In Angola ha vinto di nuovo Dos Santos

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Le elezioni in Angola sono state vinte dal Movimento per la liberazione dell’Angola (MPLA), il partito del presidente Jose Eduardo Dos Santos, al potere da più di trent’anni (gli ultimi dieci dopo aver vinto due elezioni multipartitiche) che sarà  dunque riconfermato. Con il 90 per cento delle schede scrutinate, l’MPLA ha ottenuto il 75 per cento dei voti, UNITA (nato da un gruppo di oppositori all’MPLA e il cui leader è stato ucciso nel 2002) il 18 per cento e un partito di recente fondazione, CASA, circa il 6 per cento.

I due partiti di opposizione, subito dopo la chiusura delle urne, hanno accusato il governo di brogli. Secondo gli osservatori della Comunità  degli stati di lingua portoghese e l’Unione Africana, invece, le elezioni sono state libere e regolari: Pedro Pires, presidente dell’Unione Africana, le ha definite «libere, giuste, trasparenti, credibili e realizzate nel rispetto dei principi di elezioni democratiche in Africa», aggiungendo piuttosto che nel Paese andrebbero «migliorate la copertura e l’accesso di tutti i candidati ai mezzi di informazione pubblici».

L’Angola è un’ex colonia portoghese uscita da una lunga guerra di liberazione a cui ha fatto seguito un’altrettanto lunga guerra civile. In Angola vivono 14 milioni di persone e il paese è il secondo esportatore di petrolio africano. Nell’ultimo decennio, da quando è terminata la guerra civile, il paese ha vissuto una straordinaria crescita economica che in pochi anni ha raddoppiato il PIL del paese. Ma sulla sostanza e sull’equità  di questa crescita, dovuta principalmente alle esportazioni di petrolio e pilotata da una classe politica al potere oramai da trent’anni, ci sono tutt’ora molti dubbi: di questa ricchezza ha beneficiato nel paese solo una ristrettissima élite. MPLA è al potere dalla conquista dell’indipendenza dal Portogallo.


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