Disabili contro il governo, pronta la protesta. Ma non tutti stanno con Fish e Fand

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ROMA – Protestano contro le decisioni del governo, chiedono a gran voce il rispetto dei loro diritti, ma non lo fanno insieme alla galassia di associazioni di persone con disabilità  rappresentate dalle due principali federazioni che il 31 ottobre davanti a Montecitorio animeranno la manifestazione “Cresce il Welfare, cresce l’Italia”. Anzi, marcano le distanze sia dalla Fish, che l’iniziativa di fine ottobre ha promosso direttamente, insieme a molte altre realtà  del terzo settore, sia dalla Fand, che vi ha aderito con convinzione. Si tratta in particolare di due comitati, per lo più sorti attraverso il passaparola sul web e nei social network, che fra proteste, scioperi della fame e richieste ai ministeri competenti, da tempo portano avanti una battaglia per il miglioramento della qualità  della vita dei disabili gravi e gravissimi. Uno di questi, il Comitato 16 novembre, aprirà  sabato 27 un’altra manifestazione anti-governativa, il “No Monti Day”. Abbiamo chiesto ad entrambe queste realtà  quale approccio hanno nei confronti delle grandi federazioni più rappresentative e le motivazioni per le quali hanno scelto di non aderire alla manifestazione del 31 ottobre.

Comitato 16 novembre – Loro, in sciopero della fame e dei farmaci, non sono affatto accomodanti, e pur condividendo con Fish e Fand il giudizio negativo nei confronti del governo, si domandano a chiare lettere: “Che cosa hanno fatto Fand e Fish perché non si fosse arrivati fino questo punto? Noi non ci sentiamo tutelati da nessuno”. Sono i disabili del “Comitato 16 novembre”, gruppo di disabili gravi e gravissimi che ha iniziato uno sciopero della fame per attirare l’attenzione sulla situazione di chi ha bisogno di assistenza vigile 24 ore al giorno: “Oggi siamo tutti a rischio”, dicono. In vari punti d’Italia, monitorati dai medici, oltre 50 persone hanno scelto la sospensione degli alimenti e dei farmaci come forma estrema di protesta. “Meglio morire di fame che morire soffocati da questo governo”, spiega in modo energico la portavoce Mariangela Lamanna. Non saranno in piazza il 31 ottobre con Fish e Fand, ma ci saranno quattro giorni prima, quando proprio loro, i disabili del “Comitato 16 novembre”, apriranno il corteo del “No Monti Day”, manifestazione che fin dal nome scelto evidenzia l’obiettivo di lottare “senza se e senza ma” contro le decisioni del governo Monti. Protesta, non a caso, organizzata da sigle movimentiste, quasi esclusivamente orbitanti nell’area della sinistra radicale.

Comitato 14 settembre – Ad aver appena concluso un loro sciopero della fame e una protesta davanti a Montecitorio sono i disabili (gravi e gravissimi) di un altro gruppo nato dal basso con l’ausilio decisivo dei nuovi mezzi di comunicazione, il “Comitato 14 settembre”: hanno ottenuto dei tavoli di lavoro tra ministeri della Salute e delle Politiche sociali con l’obiettivo è di analizzare la concreta possibilità , e convenienza, di convogliare in un unico fondo gli stanziamenti per il sociale e per il sanitario. “Non siamo alternativi alle Federazioni come Fish e Fand – dice il presidente Michele Colangelo – e non intendiamo scalzarle: a noi interessa che il movimento dei disabili abbia e idee su cui pensare”. E se il 31 ottobre alla manifestazione “Cresce il welfare, cresce l’Italia” promossa da Fish e Fand il Comitato non ci sarà , il motivo è che le Federazioni hanno “modalità  deboli: tutto ciò che nel tempo vive di posizioni acquisite, prima o poi si sente il terreno sotto franare”, argomenta Colangelo. “Noi – continua – abbiamo come unico intento quello di tenere acceso il dibattito, e con noi c’è pure tanta gente che lavorano in Fish e Fand”. Secondo il presidente del Comitato 14 settembre “uno degli errori grandi è che non si può essere federazioni di lotta e al contempo gestire denaro pubblico: Fish e Fand stanno diventano sempre di più terzo settore. Noi siamo contrari al privato sociale, così come inteso dalla proposta Fornero e come pure indica la proposta Fioroni nel Pd: le famiglie non devono essere prigioniere di realtà  plurimilionarie che devono affermarsi. Ho grande rispetto per il terzo settore, ma senza diritto di scelta non si va da nessuna parte”.

La replica della Fish – “Isolare la questione della disabilità  da quella più generale delle politiche sociali – replica Pietro Barbieri, presidente della Fish – non è efficace: noi saremo insieme a tante altre organizzazioni, il 31 ottobre, perché riconosciamo che il tema delle politiche sociali riguarda anche tante altre realtà , non ci riteniamo l’unica categoria massacrata dai tagli al welfare. Non credo che sia efficace battersi solo sulla disabilità : abbiamo scelto di batterci con tutti e per tutti”. Per quanto concerne lo sciopero della fame di quasi 50 disabili gravissimi, iniziato da alcuni giorni, “siamo loro profondamente vicini e solidali, dal punto di vista umano, politico e sociale”, dice Barbieri. “Ma – continua – abbiamo paura per loro e siamo preoccupati: cosa faranno, se non otterranno quello che chiedono? Cosa c’è, dopo lo sciopero della fame?”.

 

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