Fusione Fiat Industrial-Cnh i dubbi degli indipendenti

Loading

«L’operazione non comporta il riconoscimento di un premio né per gli azionisti di Fiat Industrial né per quelli di Cnh». Potrebbe essere stata questa frase, messa nero su bianco dalla famiglia Agnelli, a rendere leggermente indigesta la fusione tra la Fiat Industrial e la controllata statunitense Case New Holland.
Non essendo prevista un’assemblea a parte per gli azionisti di minoranza, il veto all’operazione che porterà  la sede della società  italiana in Olanda e all’unione tra la divisone dei trattori, quotata alla Borsa di New York, e quella di camion e motori, quotati a Milano, potrà  arrivare solo dal consiglio degli indipendenti, tra i quali sembra essersi diffuso di recente un debole dubbio sulla bontà  dei concambi. Già  lo scorso 30 maggio, all’epoca della presentazione a Londra, qualche fondo di investimento presente nel capitale di Cnh aveva avanzato le proprie perplessità . Effettuare una fusione utilizzando i valori di Borsa registrati un mese prima dell’annuncio sarebbe penalizzante soprattutto per Cnh, il cui flottante è estremamente ridotto (l’88% del capitale è in mano alla famiglia Agnelli) e non riflette i valori della società .
Gli azionisti di minoranza si aspettavano un premio in soldi o in termini di concambio, in quanto i benefici dell’operazione, secondo gli analisti, arrivano principalmente dalla controllata americana. Fiat Industrial grazie alla fusione si troverà  quotata a Wall Street, un mercato decisamente migliore di Piazza Affari, avrà  un costo del debito inferiore a quello attuale (quantificato in circa 150 milioni di euro di oneri in meno l’anno) e avrà  un migliore accesso ai capitali di investimento. Gli azionisti di Cnh, invece, oltre a trovarsi soci di una società  che non si occuperà  più solo di trattori, ma anche di camion e motori i cui business non sono certo considerati tra i più redditizi, dovranno caricarsi sulle spalle anche i debiti di Fiat Industrial.
Di certo non è pensabile una alzata di scudi da parte del consiglio di indipendenti, tutti ben remunerati dalla Fiat. Sono il professor Thomas Colligan, ex revisore della Pricewaterhouse Cooper, il professor Rolf Jeker, che nella sua vita ha collezionato numerosi incarichi in Svizzera, Jacques Theurillat, avvocato esperto di tasse, il professor Edward Hiler e il banchiere (tra l’altro ex Lehman Brothers) Kenneth Lipper. Sono definiti indipendenti, anche se i primi tre percepiscono, da diversi anni, circa 115mila dollari l’anno da Cnh e gli altri circa 87mila dollari. Per sciogliere la loro riserva e chiarire i loro dubbi, potranno avvalersi della consulenza, remunerata sempre da Fiat, di Jp Morgan e di Lazard.
La decisione sui concambi è attesa per il 30 ottobre, dopo di che verranno convocate le assemblee. Le stime sono di 3,9 azioni Fiat Industrial per ogni Cnh, anche se da ieri il mercato, facendo scendere il valore della prima e salire le quotazioni della seconda, ha iniziato a scommettere su una leggera revisione al rialzo. Dal giorno del consiglio, gli azionisti di Fiat Industrial, e solo loro, potranno esercitare il diritto di recesso, in quanto la sede verrà  spostata dall’Italia all’Olanda, con buona pace del Fisco italiano. La Fiat ammetterà  un dissenso pari solo al 3-4% del capitale per un esborso di circa 250 milioni di euro, pari a 7,9 ero per azione.


Related Articles

Prima casa, torna l’ICI. Estimi catastali più 60%

Loading

E’ la stangata sull’Ici il piatto forte della manovra sul fronte delle entrate. Chi possiede un ampio trilocale in una zona semicentrale di Milano e vi risiede potrebbe trovarsi a pagare l’anno prossimo da un minimo di 213 a un massimo di 1.038 euro in più.

“Il governo sceglie misure di destra la sua unica logica è attaccare i sindacati”

Loading

L’intervista/ Susanna Camusso, leader della Cgil. “Renzi fa l’errore di ritenere che la perdita di competitività dipenda dai diritti e non dalla mancanza di investimenti”

La legge sul caporalato svuotata dalla mancanza di ispezioni

Loading

Commissione d’inchiesta al Senato. Relazione stretta, riconoscono i senatori, tra lo sfruttamento nei campi e la scarsa cura per la salute e la sicurezza sul lavoro dei braccianti

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment