Detrazioni, saltano il tetto e la franchigia

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ROMA — Il tetto e le franchigie sulle detrazioni e le deduzioni saltano dalla manovra. Non è poco, ma è l’unico risultato concreto raggiunto ieri nell’incontro tra il governo e la maggioranza sulle modifiche alla legge di Stabilità . Accantonato il taglio dell’Irpef, e messa da parte ora anche la stretta sulle detrazioni, l’accordo su come utilizzare le risorse disponibili, un miliardo nel 2013, 2,3 nel 2014 e 3,2 nel 2015, è ancora lontano. L’intesa, con i relativi emendamenti, potrebbe arrivare all’inizio della prossima settimana, dopo una verifica con i segretari dei partiti di maggioranza. E subito dopo, almeno questo è certo, il governo porrà  la fiducia per blindare gli accordi ed il cammino della legge di bilancio.
L’Udc spinge per destinare il miliardo disponibile nel 2013 alla famiglia, con un aumento delle detrazioni per i carichi familiari (con uno sgravio medio, secondo le ipotesi sul tappeto, di 150 euro a famiglia). Il Pd preferirebbe alleggerire il carico fiscale dei contribuenti aumentando le detrazioni per il lavoro dipendente. Il Pdl pretende che ci sia qualcosa anche per le imprese ed i lavoratori autonomi, ai quali andrebbero destinate le risorse del 2014-15.
I centristi di Casini hanno giudicato molto positivamente l’incontro tra il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, e la maggioranza, avvenuto ieri alla Camera, e sono convinti che la loro linea possa prevalere anche con il sostegno del Pd. Il Pdl avrebbe ottenuto la creazione di un fondo, che sarà  alimentato anche dalla revisione della spesa sugli incentivi alle imprese, da destinare nel 2014 ed in futuro alla riduzione della pressione fiscale per le aziende. Al Tesoro, tuttavia, giudicano la situazione ancora fluida. Nel fine settimana il governo proseguirà  le verifiche tecniche e le simulazioni sulle ipotesi in discussione. Prima di definire gli emendamenti per modificare la legge, tuttavia, dovrebbe esserci un incontro tra il premier, Grilli, Alfano, Bersani e Casini.
Saltata la riduzione di un punto delle aliquote sui primi due scaglioni dell’Irpef, intanto, dalla manovra scompare anche la stretta sulle agevolazioni fiscali. Non ci sarà  più, dunque, l’ipotizzata franchigia di 250 euro sulle detrazioni e sulle deduzioni, così come viene eliminato il tetto massimo dei 3 mila euro previsto per le sole detrazioni dall’imposta. L’aumento dell’Iva di un punto riguarderà , dal primo luglio del 2013, solo l’aliquota massima del 21%, escludendo quindi gli aumenti dell’imposta per i medicinali ed i beni alimentari di prima necessità .
In attesa di definire il pacchetto fiscale della manovra, nel fine settimana i relatori della legge, Pier Paolo Baretta per il Pd e Renato Brunetta per il Pdl, presenteranno gli emendamenti per sistemare gli altri problemi emersi dalla discussione in Parlamento, dalle risorse per gli esodati a quelle per evitare l’aumento dell’orario di lavoro dei professori nella scuola. I tagli alternativi proposti dall’Istruzione non bastano, e servono altri 70 milioni.
Ieri i relatori hanno nuovamente incontrato il ministro del Welfare, Elsa Fornero. «Stiamo lavorando seriamente e presto avremo le soluzioni» ha detto Brunetta, annunciando che gli emendamenti arriveranno al massimo domenica mattina, e riguarderanno anche il pacchetto scuola. La Commissione Bilancio, nel frattempo, ha cassato definitivamente l’operazione «Cieli Bui», ovvero l’attenuazione dell’illuminazione pubblica per risparmiare. Ed ha introdotto una tassa annuale di 500 euro sulle macchinette “acchiappa-peluche” diffuse nei luna park e nelle sale giochi.
La legge di Stabilità  per il 2013 ridistribuisce una decina di miliardi di euro, ma non modifica i saldi di bilancio, già  blindati dalla manovra estiva. Proprio ieri, per inciso, è stata perfezionata la cessione di Fintecna, Sace e Simest dal Tesoro alla Cassa Depositi, che ha versato un anticipo di 5,4 miliardi (il 60% del valore). È il primo tassello del piano previsto dalla manovra estiva per la riduzione del debito pubblico, che per il 2012 fissa un obiettivo di 10 miliardi dalle dismissioni.


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“Per ora le 500 imprese più grandi dell’Europa centrale e orientale resistono bene alla crisi”, titola HospodaÅ™ské Noviny. Secondo il rapporto annuale dello studio Deloitte sulle principali società  di 18 paesi della regione, i profitti sono aumentati di quasi il 30 per cento nel 2011. I più ricchi sono i costruttori automobilistici e gli operatori del settore energetico.

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