“I partiti hanno perso credibilità  con la società  civile possono rinnovarsi”

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MILANO â€” Potere ai quarantenni, o giù di lì. Perché l’abbozzo di squadra ideale che vorrebbe comporre ha, tra le altre, questa caratteristica. «È ora che la mia generazione, schiacciata tra un futuro che non si può permettere e un passato che continua a governare, abbia la possibilità  di diventare adulta. Ed è ora che dimostri che la competenza, l’autonomia, la qualità , l’autorità , la pulizia non dipendono dall’anagrafe. Chi ha fondato la nostra Regione, del resto, aveva quarant’anni».
Umberto Ambrosoli, candidato alle primarie del patto civico della Lombardia: fa il rottamatore anche lei?
«Ma no, al contrario. Io parlo di ri-generazione, di un patto generazionale che non fa sparire chi passa il testimone, ma lo mette nella giusta prospettiva di una collaborazione».
C’è chi, come Pierferdi-nando Casini, auspica un’altra collaborazione: quella tra lei e Gabriele Albertini.
«Con tutto il rispetto per Albertini, solo il confronto con lui e con Roberto Maroni può portare al cambiamento, non certo l’ipotesi di guidare assieme la Lombardia. La sponsorizzazione esasperata che Roberto Formigoni fa di Albertini è tutto il contrario della discontinuità  assoluta di cui c’è bisogno. Certo, posso capire che per Formigoni sia difficile lasciare l’insieme di interessi che ha costruito negli anni… ».
La sua decisione di candidarsi non con i partiti ma con un patto civico sta lasciando l’amaro in bocca a molti. Le chiedono di dire qualcosa di sinistra.
«Se innovazione, crescita, sviluppo, solidarietà , visione glocale sono tematiche che non appartengono al mondo della sinistra, allora io non sono di sinistra, certo. Le parole che mi interessano sono tutte contenute nella prima parte della Costituzione e nel mio impegno per la legalità , dentro cui c’è la trasparenza, la tutela dei diritti di chi non può difendersi da solo, la tutela del diritto alla salute. Leggendo il mio programma chi ha voluto fingere la mia lontananza da questi temi non avrà  più argomenti».
Con il suo rimarcare di essere un candidato civico non crede di comportarsi alla “io sono io e voi non siete niente”?
«I partiti hanno perso pesantemente credibilità . Ma io non penso che l’unica cosa da fare sia prenderne atto, perché per me sono e resteranno fondamentali.
È necessario, invece, aiutarli a riconquistare quella credibilità : lo meritano tutti i militanti che nulla hanno avuto a che vedere con le degenerazioni di alcuni, e tanti di questi si potranno vedere il 15 dicembre, per le primarie del patto civico, quando 3mila volontari impegneranno il loro tempo per una grande festa della partecipazione».
Nel suo progetto, però, i partiti si devono accodare alla società  civile.
«No, devono lavorare assieme. Le realtà  civiche — quelle vere, non quelle che nascono per legittimare partiti in disarmo — chiedono di essere parte del mondo politico, ed è giusto che siano coinvolte, che abbiano la possibilità  e la responsabilità  di farlo, andando con i partiti oltre i partiti. Anche per dare una risposta alternativa a quelle energie vitali e interessanti che, oggi, voterebbe Grillo per protesta».
Pensa a una sua lista civica, in caso di vittoria alle primarie?
«Intanto, appunto: pensiamo alle primarie, che non sono affatto scontate vista la qualità  dei candidati. Ma al momento non penso a una lista con il mio nome: se autonomia deve essere, la mia, non può esserlo solo dai partiti».
Manca poco alle primarie nazionali del centrosinistra. Lei andrà  a votare?
«Non so ancora. Ma di certo l’elemento più interessante di queste primarie — proposte a parte — è che si facciano».


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