Quei no di Renzi e le mosse del Pd

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E nel frattempo attende di vedere quali saranno le mosse di Bersani. Non sarà  il sindaco a fare i primi passi: aspetta che li compia il segretario, dopodiché non si sottrarrà  durante la campagna elettorale.
Ma fino a ieri dai vertici nazionali del Pd non era giunto nessun segnale. Neanche una telefonata da parte del segretario, che pure aveva annunciato che avrebbe presto invitato il sindaco a pranzo. E invece questi sono stati otto giorni di silenzio. Tanto che i renziani in questo periodo non sono stati troppo prodighi di complimenti nei confronti del leader. «Non hanno ancora coinvolto Matteo in nessun modo, se Bersani fosse lungimirante dovrebbe farlo: è l’unico modo che ha il Pd di raccogliere i voti dei moderati», spiegava Roberto Reggi, coordinatore della campagna del sindaco per le primarie.
E Giuliano da Empoli, ex assessore alla cultura del comune di Firenze e consigliere di Renzi, qualche giorno fa, chiacchierando con un giornalista del Corriere fiorentino ironizzava sul Pd versione Bersani: con D’Alema e Bindi che si sono fatti rivedere appena il sindaco rottamatore ha perso le primarie. Dopo il 2 dicembre, secondo da Empoli, sono tornati tutti a calcare le scene della politica, Bindi, D’Alema e persino Berlusconi: «La rivitalizzazione di tutti gli zombie a cui è stato distribuito il Viagra». L’ex assessore alla Cultura non risparmiava il suo sarcasmo nemmeno rispetto ai tentativi di Bersani che vuole mettere in piedi una lista di centro collegata al Pd: «Se pensano di bypassare Renzi con Portas e Tabacci, buona fortuna!».
Ma ecco che ieri è arrivato un primo segnale… grazie a Berlusconi. L’altro giorno infatti il Cavaliere aveva annunciato che le porte del centrodestra sono aperte per Renzi, il quale aveva così replicato: «L’ho già  detto due volte a Berlusconi: le cose si possono comprare, le persone no. Non tutte almeno. Non io». E questo lunedì a difendere il sindaco è sceso in campo il segretario del Pd: «Invito Berlusconi a non cadere nel ridicolo, anche se è un luogo da lui ampiamente frequentato. Dopo le primarie siamo tutti più in salute, con Renzi combatteremo insieme le battaglie».
È un passo. A cui, assicurano a Largo del Nazareno, ne seguiranno altri. Ma anche il sindaco ha in mente di fare un gesto distensivo. All’inizio dell’anno prossimo il primo cittadino di Firenze indirà  una nuova Leopolda. Già , perché dopo la pausa festiva Renzi riprenderà  la sua attività  politica. Attività  che i suoi comitati non hanno mai interrotto e che anzi hanno deciso di intensificare sulla «rete». E questa volta alla Leopolda ci sarà  un posto in prima fila per Bersani. Sempre che il segretario voglia accettare l’invito del sindaco, ovviamente. Dopodiché Renzi farà  campagna elettorale per il Pd. A modo suo. Cioè evitando le foto di gruppo con i leader del partito. Ma non prima di aver chiesto a Bersani di riconfermare i tredici parlamentari che hanno sostenuto il sindaco alle primarie e di candidarne un’altra trentina: tutti giovani e amministratori locali di rito renziano.


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L’Angelino dimezzato

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RESTA, ma dimezzato. E non solo come ministro. Ridono infatti di lui i mezzi amici che l’hanno difeso e lo disprezzano i mezzi nemici che l’hanno salvato. E per la polizia è come il generale Cadorna che, dopo Caporetto, scaricò le responsabilità del suo tragico comando sui poveri soldati (morti): «La viltà dei nostri reparti ha permesso al nemico …».

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