Visita in carcere «sospetta» Indagato il geometra di Arcore
Tanto forte da farsi passare come un collaboratore del pdl Massimo Buscemi, che, in quanto consigliere regionale, al pari dei parlamentari era invece legittimato a entrare in carcere.
Scontato, ora, che la Procura di Milano trovi interessante l’identità dell’arrestato che Magnano, accodandosi indebitamente a Buscemi, aveva così necessità e urgenza di incontrare: l’ex assessore regionale pdl e vicepresidente del Consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani, che nel novembre 2011 era stato arrestato prima a Brescia e poi a Milano per l’ipotesi di corruzione, 100 mila euro versatigli dall’imprenditore Pierluca Locatelli e finalizzati, secondo l’accusa, a favorire l’autorizzazione allo smaltimento di amianto nella discarica cremonese di Cappella Cantone. Un’inchiesta che poi aveva gemmato un altro filone, stavolta con indagati gli ex vertici della Compagnia delle Opere a Bergamo.
Adesso quella visita in carcere rischia di costare molto cara sia a Magnano, che non ci sarebbe potuto entrare, sia a Buscemi, che si sarebbe prestato a farcelo entrare: per una analoga vicenda di falso in atto pubblico, infatti, pochi mesi fa il deputato pdl Renato Farina è stato condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi perché, in qualità di parlamentare che ha il diritto di verificare come e quando vuole le condizioni dei detenuti nelle carceri, a Opera aveva visitato Lele Mora indicando come «consulente per i rapporti umani» un ventenne che in realtà non era un suo collaboratore ma un amico di Mora. E anche il giovane era è stato condannato a 2 anni.
Ieri Magnano, candidato alle regionali 2010 nell’ormai mitologico listino-bloccato di Formigoni, primo dei non eletti ma subito ricompensato con l’inedita nomina a «sottosegretario del presidente della giunta della Regione Lombardia per l’Attrattività e la promozione del territorio», è stato interrogato, come indagato difeso dall’avvocato Achille Galli, dai pm Robledo-Filippini-D’Alessio. Magnano avrebbe spiegato che pensava che la propria carica lo legittimasse a entrare in carcere; in un precedente interrogatorio, invece, Buscemi (indagato per altri fatti e difeso dall’avvocato Salvatore Stivala), messo di fronte alla scheda del carcere attestante la visita, aveva affermato che era stato Magnano a chiedergli di poterlo portare in carcere da Nicoli Cristiani.
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