Bersani: «Premier chi ha più voti Niente Imu sotto i 500 euro»

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ROMA — «Monti non è Mandrake. Siamo tutti transeunti». Pier Luigi Bersani, dal salotto di Bruno Vespa, torna a ribadire che avrebbe preferito un premier «che mantenesse una certa terzietà ». Non è andata così e il premier ha deciso per «questa operazione non felice». Bersani prende anche atto «della risposta data da Monti» e quindi vede «meno probabile» una sua ascesa al Quirinale. Ma il segretario del Pd si sofferma soprattutto sui temi economici: dice no alla patrimoniale, annuncia che ha intenzione di togliere l’Imu sotto una certa soglia e si dice d’accordo con Silvio Berlusconi sulla riduzione delle tasse per le imprese che assumono.
Bersani annuncia che eliminerà  l’Imu per chi paga tra i 400-500 euro. E per compensare il mancato incasso, che valuta in 2,5-2,6 miliardi di euro, propone una tassazione per chi possieda immobili del valore catastale superiore a 1,5 milioni di euro. Poi spiega che il suo schieramento pensa «a una semplificazione delle aliquote: abbassamento di quella più bassa e un innalzamento di quella più alta. Non dico mai: paghino di più i ricchi, anche perché prima di tutto bisogna sapere chi sono i ricchi». Quanto ai «supericchi»: «Stiano pur qui, ma paghino le tasse».
E se il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo si è detto preoccupato perché «le entrate fiscali del 2012 sono inferiori alle aspettative», Bersani ribatte: «Non ritengo affatto inevitabile una manovra in primavera, ma certamente dovremo valutare il tema in base alla crescita e se c’è un po’ di polvere sotto il tappeto. A febbraio-marzo si vedrà ».
Sulla proposta di Berlusconi, meno tasse per chi assume, si dice sostanzialmente d’accordo: «Che il lavoro precario debba costare di più e quello stabile un po’ meno l’abbiamo sempre sostenuto. Berlusconi fa proposte un po’ così. Quanto agli sgravi per le imprese che assumono, noi siamo d’accordo. Ma certamente non dobbiamo incoraggiare un precariato ulteriore».
Esauriti i temi economici, Bersani rivendica il suo ruolo di candidato alla presidenza del Consiglio anche nel caso in cui non abbia la maggioranza assoluta al Senato: «Il premier resta chi prende più voti. E non lo dico per Bersani ma per il Paese. C’è un capo dello Stato che dirige il traffico: per me prima di tutto l’Italia». Tutta la partita, però, si gioca proprio al Senato e Bersani lo sa: «Non mi piace l’idea che il business per l’Italia sarebbe azzoppare la vittoria di qualcuno per essere determinanti». Detto questo, ribadisce l’apertura ai moderati: «L’Italia ha problemi tali da aver diritto ad avere qualcuno che abbia il 51 per cento in Parlamento e problemi tali per cui chi ha il 51 ragioni come se avesse il 49».
Ma Bersani deve pensare anche all’unità  della sua coalizione. A cominciare da Nichi Vendola: «Sono piuttosto sicuro che non mi tradirà . C’è una clausola che dice che in caso di dissensi c’è una cessione di sovranità  e si decide a maggioranza dei gruppi». Clausola per evitare quel che accadde con l’Unione nel 2006: «Chi ci guarda con occhiali vecchi non tiene conto dell’enorme cambiamento che c’è stato: oltretutto Vendola ripete sempre che io ho vinto le primarie».
Della coalizione fa parte anche il Psi, con il quale Bersani annuncia di aver raggiunto un accordo. L’accordo prevede la sottoscrizione di un «patto di consultazione» tra Pd e Psi. Partiti che, come dice Riccardo Nencini, resteranno «autonomi e sovrani». Ci sarà  dunque una nutrita rappresentanza di socialisti alla Camera (paragonabile a quella attuale dei radicali), mentre al Senato il Psi presenterà  una sua lista in alcune regioni, sicuramente in Lazio, Campania e Calabria.
Quanto ad altri possibili alleati, se «Antonio Di Pietro si è andato radicalizzando», Antonio Ingroia non convince Bersani: «La questione della legalità  non può diventare il tema di una fazione, di un magistrato contro l’altro. E brandire il tema della legalità , in una maniera che non è coerente con la funzione di governo, non mi convince».
Bersani ha da risolvere anche problemi interni. Su alcuni esclusi ironizza: «Qualcuno ha invocato le primarie e poi si è dimenticato di partecipare. Le candidature sono state decise tutti insieme».


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