Segreto su Abu Omar «Il governo ha nuove carte»

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Ma la vera notizia di ieri, nella prima udienza del processo bis d’Appello, è un’altra e sta nascosta in due righe di una richiesta difensiva dell’ex numero 3 del Sismi, Marco Mancini: esiste una nuova inchiesta interna del governo Monti con scoperte in grado di riscrivere il versante italiano del sequestro. È questo il criptomessaggio che Mancini lascia ieri trasparire — in attesa di esplicitarlo in «dichiarazioni spontanee» fra 7 giorni — quando chiede ai giudici Martino-Cazzaniga-Giacardi la convocazione degli attuali vicedirettori dell’Aise, Marco Manenti e Paolo Scarpis affinché depongano sulle «notizie» e i «dettagliati riscontri acquisiti sull’estraneità » sua e del coimputato ex capo del Sismi, generale Niccolò Pollari, e sull’«eventuale individuazione dei soggetti» che avrebbero attuato le condotte addebitate invece agli imputati.
È prematuro, allo stato, capire se sia un bluff quello di Mancini e Pollari, ora alle prese con un nuovo Appello dopo che la Cassazione, dando ai giudici di merito un maggior margine di manovra tra le pieghe del segreto di Stato apposto dai governi Prodi e Berlusconi, mesi fa ha annullato il «non luogo a procedere» che in Tribunale e nel primo Appello aveva sottratto i vertici del Sismi alle medesime pesanti condanne definitive agli 007 Cia. 
Una cosa, però, c’è sicuramente, e la si ricava da un’altra riga, stavolta nella lettera con la quale l’attuale direttore dell’Aise, generale Adriano Santini, in risposta a una richiesta degli imputati a Palazzo Chigi il 20 dicembre scorso, scrive che il 25 gennaio il «Dipartimento informazioni per la sicurezza» (Dis) ha comunicato che a «rilevare la vigenza del segreto di Stato, così come apposto e confermato» dai precedenti governi Prodi e Berlusconi, è l’attuale «Presidente del Consiglio» Monti «a seguito dell’istruttoria condotta da questo Dipartimento». Dunque una nuova indagine interna è davvero in mano al governo Monti.
Dopo la decisione dei giudici di acquisire questa lettera del generale Santini ma per ora non convocare i testi richiesti dagli avvocati Luca Lauri e Luigi Panella, Mancini stava già  ieri per fare «dichiarazioni spontanee», poi però rinviate a lunedì (prima della requisitoria) su consiglio tattico dei suoi legali. Parlerà  anche Pollari, dopo il no ieri dei giudici pure alla richiesta del difensore Nicola Madia di chiamare a deporre Monti e gli ex premier Prodi e Berlusconi, Gianni Letta e gli ex ministri Frattini, Martino e Parisi. Per ora si può solo immaginare qualcosa a partire dagli argomenti sui quali ieri Mancini voleva che fossero ascoltati, oltre a Manenti e Scarpis, altri due testi: l’ex direttore del Sismi, ammiraglio Gianfranco Battelli, su «eventuali direttive impartite a soggetti diversi dagli imputati», e il capo della Digos milanese, Bruno Megale, su «soggetti e modalità  con i quali decise di sospendere i pedinamenti di Abu Omar prima del sequestro».
Luigi Ferrarella


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