Allarme delle imprese: siamo vicini alla fine

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ROMA — Fate presto. Suona più o meno così il messaggio rivolto dal mondo delle imprese al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che ne ha ricevuto ieri i rappresentanti nell’ambito dei colloqui seguiti all’incarico affidatogli da Giorgio Napolitano per la formazione di un nuovo governo. «Non c’è rimasto tempo, siamo vicinissimi alla fine» ha dichiarato drammaticamente Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, al termine dell’incontro, parlando della situazione delle imprese e chiedendo al più presto un «governo stabile in grado di governare e che faccia appello a tutti gli uomini di buona volontà ».
Le imprese, ha spiegato Squinzi, «stanno per finire l’ossigeno, sono disperate e il problema dell’occupazione sta diventando tragico». Per questo Confindustria «ha segnalato la sua estrema preoccupazione per l’economia reale del Paese» e per il quadro europeo ancora molto mosso dopo i fatti di Cipro.
«Bisogna metterci mano con priorità  assoluta», ha detto, assicurando la disponibilità  di Confindustria a «dare il supporto necessario»: «Noi imprenditori — ha proseguito — siamo ottimisti per definizione, ma serve un cambio di marcia per il nostro Paese». Quali priorità  dovrà  affrontare il prossimo governo? Squinzi parla della necessità  di una «terapia d’urto per i primi cento giorni» e di un programma in cui al primo posto c’è il pagamento dei debiti pregressi della pubblica amministrazione, un problema ormai «drammatico» per le imprese. Ma bisognerà  anche rivedere la legge Fornero e «abbassare il costo del lavoro fino all’8%, eliminandolo dalla base imponibile Irap».
Anche le banche hanno incontrato Bersani e il vice Enrico Letta: «La nostra è una forte attesa di governabilità , per avere al più presto un interlocutore istituzionale nella pienezza delle proprie responsabilità » ha commentato il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, al termine dell’incontro cui ha partecipato anche il presidente dell’Ania, Aldo Minucci, convinto a propria volta dell’«urgenza» di formare un governo.
Serve però un interlocutore nella pienezza dei propri poteri, ha aggiunto Patuelli, se si vogliono «sviluppare iniziative anche di emergenza per affrontare la crisi». Anche in questo caso la priorità  assoluta da affrontare è l’emanazione del decreto sui debiti della pubblica amministrazione, qualora «non fosse ancora in vigore tra qualche giorno».
A questa istanza l’Alleanza delle Cooperative Italiane, anch’essa ricevuta dal leader del Pd, ha affiancato l’allentamento del patto di Stabilità  interno, l’adozione di un piano di politica monetaria che vincoli la provvista Bce ad un impiego di queste risorse per le esigenze di credito e liquidità  delle imprese, in particolare delle Pmi e delle cooperative, in ragione del ruolo che svolgono per la tutela dell’occupazione. «A Bersani — ha sottolineato il presidente Giuliano Poletti — abbiamo indicato due terreni essenziali di intervento: quello dell’economia, per rilanciare lo sviluppo ed il lavoro; quello dell’assetto politico-istituzionale, per dare corso a riforme in grado di ricostruire il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato». Per Maurizio Casasco, presidente di Confapi, l’incontro con Bersani rappresenta «un primo passo che testimonia la volontà  di tenere alta l’attenzione sulle piccole e medie imprese».
Un invito a «procedere quanto prima a costituire quel governo di cui l’Italia ha bisogno» è giunto al segretario del Pd dai rappresentanti di Confagricoltura, Cia, Copagri e Confcooperative. Le associazioni hanno sottolineato la necessità  di avere «un ministero dell’agroalimentare all’altezza delle imprese e capace di essere un vero motore di sviluppo dell’economia».
Antonella Baccaro


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