Tre giorni sui conflitti globali e precarietà 

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Durante la prima conferenza internazionale di cartografie sociali su guerre per i diritti/guerre ai diritti? Globalizzazione e crisi della democrazia sono stati organizzati seminari di studio e workshop dedicati a temi specifici, uno per ognuna delle tre giornate, dal 25 al 27 marzo. I lavori si sono aperti con la presentazione del documentario di Luca Manunza, Next Stop Ras Adjadir , che racconta l’odissea degli uomini sopravvissuti alla guerra in Libia e costretti a scappare. Ha aperto i lavori la sessione dedicata alle nuove guerre globali, dall’intervento armato in Kosovo del 1999, passando per l’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq, fino al più recente intervento armato per destituire Gheddafi.

«Le guerre combattute dalle potenze occidentali – ha spiegato Antonello Petrillo, sociologo dell’Università  Suor Orsola Benincasa e promotore dell’iniziativa insieme a Urit, Unità  di Ricerca sulle Topografie sociali e all’associazione culturale “Le parole e le cose” – hanno trovato la loro giustificazione sempre nella salvaguardia dei diritti umani nell’interesse democratico delle popolazioni locali, ma, l’ideologia occidentale degli “interventi umanitari” delle guerre “per i diritti” hanno mascherato spesso una strategia generale di promozione degli interessi vitali delle élites dei paesi occidentali imponendo su scala internazionale i principi dell’economia neoliberale».

A conclusione, la presentazione del nuovo libro di Alessandro Dal Lago Carnefici e spettatori. La nostra indifferenza verso la crudeltà  (Raffaello Cortina, pp. 220, euro 13,50). I lavori sono continuati il giorno dopo affrontando la trasformazione dei rapporti di lavoro, di come le privatizzazioni e l’introduzione della precarietà  abbiano peggiorato le condizioni di vita di uomini e donne, generando un enorme flusso migratorio gestito attraverso politiche repressive e securitarie. La giornata conclusiva è stato dedicata alle resistenze popolari, dalle rivolte arabe alle lotte per l’ambiente e la difesa del territorio. Queste nuove forme di protagonismo sociale rivendicano i più elementari diritti democratici come il diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione e alla gestione pubblica delle risorse comuni.

Al termine di ogni giornata la proiezione di docufilm legati al tema della resistenza. Ad aprire la rassegna El Gigante di Bruno Federico, Andrea Ciacci e Consuelo Navarro, racconta la lotta di un gruppo di contadini e pescatori contro le multinazionali Enel/Endesa e Impregilo intenzionate a costruire una diga sul fiume Magdalena in Colombia senza tener conto delle proteste degli abitanti. Poi Normal , di Nick Mai dedicato alle aspirazioni contraddittorie di quattro migranti che tentano di condurre una vita «normale», preceduto dalla presentazione del Museo dello Sbarco di Salerno a cura di Nicola Oddati, presidente dell’associazione «Parco della Memoria della Campania». A chiudere il ciclo dei docufilm Una montagna di ball e di Nicola Angrisano, che con un gruppo di videomakers ha documentato l’emergenza rifiuti in Campania dal 2003 al 2009.


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