Per 3 italiani su 4 il voto ha indebolito il M5S

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L’esito più significativo delle amministrative è rappresentato dalle astensioni, che hanno riguardato ben il 46% dell’elettorato. Questo enorme flusso verso il non voto ha danneggiato tutti i maggiori partiti. Considerando i 16 comuni capoluogo di provincia ove si è votato e confrontando il risultato con quello delle politiche di febbraio, il Pdl ha perso più di 160 mila voti, il Pd quasi 250 mila e il Movimento 5 Stelle quasi 412 mila. Tradotte in percentuali, queste variazioni mostrano come il Pdl abbia visto scomparire poco meno del 40% dei voti che aveva conquistato solo qualche mese fa. Il Pd ha eroso il 39% del proprio patrimonio di consensi e l’M5S addirittura il 71%.
Ma anche confrontando i risultati del 2013 con quelli delle amministrative precedenti, si registra un calo notevole dei voti del Pd e del Pdl. Il primo ha lasciato sul campo 295 mila voti (pari al 43% del suo elettorato precedente) e il secondo ha subito una perdita di 160 mila voti (39%). Per Grillo, come lui stesso ha sottolineato, il discorso è diverso: confrontando i comuni capoluogo ove era presente in entrambe le elezioni si registra un incremento di più di 100 mila voti. Occorre considerare tuttavia che questo raffronto è in parte improprio in quanto, nella maggior parte dei casi, a suo tempo non esisteva il Movimento 5 Stelle vero e proprio (fondato il 4 ottobre 2009), ma liste civiche collegate all’ex comico genovese. In realtà, per cogliere appieno gli umori dell’elettorato come oggi si manifestano, non si possono che considerare, seppure con grande cautela, i raffronti con il voto di tre mesi fa. E da questi emerge come tutti i partiti abbiano subito un calo a favore dell’enorme ascesa quantitativa degli astensionisti.
Con effetti notevoli sul piano politico. Tanto che il 75% degli italiani sostiene che, a seguito delle elezioni, il movimento di Grillo risulterà indebolito. Il fatto significativo è che dello stesso parere è anche la maggioranza relativa (41%) dei votanti attuali per l’M5S (mentre, sempre tra costoro, il 32% ritiene che risulterà rafforzato e il 25% che le elezioni amministrative non avranno nessun effetto sul Movimento). È stato domandato agli elettori «delusi» da Grillo (coloro che lo avevano votato a febbraio e che ora si sono astenuti o hanno scelto un altro partito) quali fossero i motivi principali della loro decisione. La risposta più frequente concerne la percezione di una indeterminatezza nella proposta politica del M5S (citata dal 25% dei «delusi»). Ma è anche presente (18%) la convinzione che Grillo avrebbe dovuto allearsi con Bersani: molti degli elettori che sostengono questa opinione si sono oggi diretti verso il Pd.
Però, come si è detto, l’erosione dei consensi ha toccato tutti i partiti maggiori. L’elettorato ne è consapevole: quasi il 43% (ma il 52% tra i votanti per l’M5S e il 51% tra gli astenuti) ritiene infatti che gli esiti di questa elezione hanno portato ad un indebolimento complessivo dell’insieme delle forze politiche. Ancora, il 41% degli italiani (ma solo il 12% degli elettori pdl) ritiene che anche il seguito per il partito di Berlusconi è stato in parte compromesso. E il 26% della popolazione (9% tra gli elettori pd) è del parere che lo stesso sia accaduto anche per ciò che concerne il partito di Epifani. Riguardo alle cause di questi andamenti, la maggioranza relativa dei «delusi» da questi partiti (vale a dire, anche in questo caso, coloro che in questa occasione li hanno abbandonati per l’astensione o, in misura minore, per altre forze politiche) imputa rispettivamente al Pd la eccessiva litigiosità interna (36%) e al Pdl un allontanamento dai propri specifici interessi. Insomma, il vero sconfitto da questa prima tornata di amministrative non è solo l’M5S (che ha subito il danno maggiore), ma, in generale, tutto il sistema dei partiti. Nessuno, in questa occasione, può cantare vittoria.


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