«Non è indagata» Cancellieri, il governo conferma la fiducia

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ROMA — Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri non è indagata a Torino per le sue telefonate con i familiari di Salvatore Ligresti (arrestato con le figlie per falso nel bilancio della Fonsai), ma la prova più impegnativa per il governo Letta — quella della tenuta politica — arriva domani alla Camera con il voto sulla mozione di sfiducia presentata dal M5S. Il fascicolo senza nomi, dunque, passa per competenza dalla Procura di Torino a quella di Roma, che ora dovrà fare i suoi approfondimenti e poi, semmai saltassero fuori gli estremi dell’abuso d’ufficio, potrà eventualmente investire il Tribunale dei ministri al quale, infine, spetterebbe il compito di chiedere un’autorizzazione a procedere al Senato. La mossa della Procura di Torino, guidata da Gian Carlo Caselli, è stata apprezzata dal Quirinale per la sua «chiarezza» e per il suo «rigore».
Questo percorso, ammesso che venga intrapreso dall’autorità giudiziaria, potrebbe durare mesi. E così ai tempi lunghi si affida Palazzo Chigi che conferma la linea già esposta dal presidente del Consiglio: «Fiducia confermata nel ministro, valuteremo con attenzione se emergeranno fatti nuovi». Di riflesso, da via Arenula il Guardasigilli continua a non smentire le indiscrezioni (pubblicate anche dal Financial Times) che ipotizzano le dimissioni prima del voto di domani.
Stasera l’assemblea dei deputati del Pd deciderà come comportarsi sulla mozione di sfiducia, analoga a quella dei grillini, annunciata da Pippo Civati, che suona come un’aperta sfida ai deputati renziani. Il sindaco di Firenze, infatti, ha auspicato che il ministro si dimetta prima del voto: «Ha sbagliato. E dunque faccia questo passo indietro proprio perché è una persona per bene». In realtà quella di Renzi — che ha sempre detto di adeguarsi alle decisioni del gruppo — sembra una prova di forza per il futuro, quando cioè sarà lui a guidare il partito e a chiedere obbedienza ai gruppi parlamentari. Ma ora l’iniziativa di Civati rischia di rovinare questo piano, sempre che il deputato milanese riesca a mettere insieme le firme necessarie per poter presentare la sua mozione.
Il ministro Cancellieri incassa invece la solidarietà piena di Angelino Alfano, fondatore del Nuovo centrodestra senza Berlusconi, che avverte gli alleati di governo: «Spero che il Pd scelga con obiettività e non si faccia condizionare dalle sue dinamiche congressuali». Molto critico, invece, il professor Mario Monti che pure è stato sponsor politico del ministro: «Le sue sono state telefonate inopportune… Se voterò la fiducia? Non ve lo dico». Infine, il blog di Beppe Grillo scatena il suo «ideologo», Paolo Becchi, contro il capo dello Stato: «Se Napolitano conferma la sua fiducia al ministro Cancellieri è la riprova della necessità di mettere in stato di accusa il presidente della Repubblica».
Dino Martirano


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