Quadruplicano in 5 anni posti e detenuti disabili nelle sezioni dedicate

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ROMA – L’Italia è un Paese che vive sulle emergenze. Così, perché l’attenzione dei media si volgesse, sia pur minimamente, verso le condizioni dei detenuti ammalati o disabili, è stato necessario che la ministra Cancellieri finisse nell’occhio del ciclone per l’ormai arcinoto caso Giulia Ligresti. Nei giorni scorsi sono poi avvenuti due episodi che fino a pochi giorni prima non avrebbero avuto risonanza alcuna: il senatore Luigi Manconi è andato a Rebibbia, in visita a un giovane, Brian Gaetano Bottigliero, affetto da grave insufficienza renale al punto da essere in attesa di trapianto, chiedendone la scarcerazione; un detenuto, a Regina Coeli, ha tentato il suicidio cercando di impiccarsi, ma è stato salvato dal suo compagno di cella che vive in sedia a rotelle. 

Quanti sono, dunque, i detenuti con disabilità o problemi di salute? E’ un dato quasi impossibile da ottenere con certezza: l’ultima indagine complessiva dell’Ufficio Servizi sanitari del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del 2008, basata su dati di fine 2006, riportava che nelle carceri erano presenti complessivamente 483 detenuti con disabilità psichica e fisica. L’ordinamento penitenziario prevede che le persone in condizioni di salute particolarmente gravi possano espiare la pena fuori dal carcere (quando non rimangono più di 4 anni da scontare), ai domiciliari o in strutture sanitarie,  ma per provare a inserirsi in questo percorso è necessaria la perizia di un medico, che può essere smentita dal tribunale di sorveglianza. Si calcola quindi che solo una parte dei detenuti con disabilità o malattie importanti risiedano nelle sezioni apposite delle carceri: nell’episodio del detenuto in carrozzina che ha salvato il compagno di cella, riportato dal garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni, è evidente che il disabile risieda in una cella standard, e non in una sezione apposita. Le celle, per i disabili, sono una trappola infernale, dato che le carceri, per la loro stessa natura, traboccano di barriere architettoniche, e spesso i disabili sopravvivono in qualche modo grazie alla solidarietà dei compagni di cella. 

Le cifre fornite dal Dipartimento amministrazione penitenziaria, aggiornate al 15 novembre, mostrano che, almeno per quanto riguarda numero di sezioni e disponibilità di posti nelle sezioni ufficialmente deputate a ospitare detenuti con problemi, le condizioni, rispetto a 5 anni fa, sono nettamente migliorate. A fronte di 64.758 detenuti per una capienza di 47.615 posti (dati aggiornati al 30 settembre), i detenuti che si trovano in sezioni mediche non patiscono il problema del sovraffollamento

Detenuti disabili nelle sezioni dedicate. Per disabilità il Dap intende essenzialmente quella fisica: i disabili mentali fanno un altro percorso, negli ospedali psichiatrici giudiziari, ma quella è tutta un’altra partita. Il numero di posti a disposizione è schizzato dai 32 per 16 presenze effettive del 2008, ai 131 posti odierni, per 67 presenze effettive, divisi tra 24 sezioni attrezzate di altrettanti istituti penitenziari. Il numero dei detenuti disabili nelle sezioni dedicate si è quindi quadruplicato negli ultimi 5 anni. Picco massimo a Messina, con 35 presenze per 22 posti, a seguire Parma con 15 presenze, per un totale che arriva a 67, considerando tutto il Paese. 

Minorati fisici. Questo nome, antiquato e la cui semantica rimanda a un concetto – ampiamente dismesso – di non piena funzionalità sociale della persona, è stato mantenuto nonostante già nel 2008 il suo abbandono fosse annunciato come prossimo. Nell’organizzazione carceraria, si riferisce ai casi in cui la disabilità motoria è più lieve rispetto alla disabilità tout court. Sostanzialmente invariata la situazione di questa categoria rispetto al 2008: allora c’erano 143 posti in 4 sezioni apposite, per 21 presenze, mentre oggi ci sono tra i 130 e 141 posti (a seconda che si consideri la capienza “regolamentare” o quella “tollerabile”) divisi in 5 sezioni, per un totale di 26 presenze, 24 delle quali a Parma e 2 a Turi. 

Hiv. Ci sono in Italia 10 sezioni attrezzate a ospitare malati di Hiv, per un totale di 217 posti, di cui 190 risultano occupati. Le presenze più alte si riscontrano a Regina Coeli, con 36, seguita da Pisa con 31, da Milano Opera con 27, e da Rebibbia con 24.

Tbc. Solo l’isituto di Paliano ha una sezione destinata ai malati di Tbc da 46 posti, di cui al momento 6 occupati. 

Centri clinici. Sono in totale 17 i centri diagnostici terapeutici presenti nelle carceri italiane, per un totale di 614 posti, di cui occupati 542.

Il 96 per cento dei detenuti in Italia sono uomini, e il carcere è costruito soltanto a loro misura. Anche per quanto riguarda le sezioni speciali appena elencate, solo quelle per disabili e i centri clinici prevedono qualche posto femminile: uno soltanto per le detenute disabili, e 9 nei centri clinici, per un totale di 13 presenze (il massimo della capienza “tollerabile”). Nelle altre, nessun posto per le donne, a conferma ulteriore del fatto che molti numeri reali sfuggono a questa rilevazione ufficiale. (Elisa Manici)

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