La Cgil alla sfida finale

La Cgil alla sfida finale

Loading

La mac­china della mobi­li­ta­zione è par­tita, per cul­mi­nare nella mani­fe­sta­zione Cgil del 25 otto­bre: e nel frat­tempo fer­mate spon­ta­nee, scio­peri – anche improv­vi­sati. In alcuni casi, stando agli annunci della Fiom, addi­rit­tura l’occupazione delle fab­bri­che. Ma non è certo che tutto que­sto riu­scirà a cam­biare l’onda del Paese, ancora incan­tato da Mat­teo Renzi: il pre­mier, dopo la fidu­cia appro­vata la scorsa notte al Senato, è inten­zio­nato ad andare avanti. E dal canto suo il sin­da­cato vuole gio­carsi il tutto per tutto.

Mar­tedì scorso, dopo l’incontro in Sala verde andato sostan­zial­mente male, la Cgil aveva dif­fuso una nota in cui si invi­ta­vano i lavo­ra­tori alla pro­te­sta, anche autor­ga­niz­zata e spon­ta­nea: «A fronte della fidu­cia da parte del governo è neces­sa­ria un’immediata e forte rispo­sta dai luo­ghi di lavoro, attra­verso ordini del giorno, fer­mate e scio­peri azien­dali con assem­blee». Mau­ri­zio Lan­dini, dal canto suo, il giorno prima aveva minac­ciato la pos­si­bi­lità di «occu­pare le fab­bri­che». Dopo il voto di fidu­cia la ten­sione è salita, e si pre­vede un’accelerazione delle pro­te­ste, in tutta Italia.

Ieri una nuova dura nota del sin­da­cato: «Con la richie­sta della fidu­cia sul Jobs Act – dice la Cgil – il governo, dopo aver negato il con­fronto con la rap­pre­sen­tanza del lavoro, ha com­piuto una palese for­za­tura che ha com­presso il dibat­tito par­la­men­tare, ha posto le basi per un’ulteriore pre­ca­riz­za­zione dei gio­vani lavo­ra­tori, ha tolto diritti invece di esten­derli, ha accen­tuato una logica di subor­di­na­zione del lavoro nei con­fronti dell’impresa, ha aperto spazi all’arbitrio e al sopruso». La delega viene defi­nita «lacu­nosa, ambi­gua, inde­fi­nita e, in molte parti, sfug­gente nei criteri».

Oggi le pro­te­ste si con­cen­tre­ranno in Emi­lia Roma­gna, per­ché è attesa una visita di Renzi: il pre­mier inau­gu­rerà a Cre­spel­lano, in pro­vin­cia di Bolo­gna, il nuovo sta­bi­li­mento della Phi­lip Mor­ris. La Cgil ha già orga­niz­zato uno scio­pero gene­rale di 8 ore, pre­vi­sto il 16 otto­bre, ma il segre­ta­rio Vin­cenzo Colla nega che sia stata orga­niz­zata una con­te­sta­zione per que­sta mat­tina nel bolo­gnese: «Noi non abbiamo orga­niz­zato nulla, poi ovvia­mente quando si muove il pre­mier le con­te­sta­zioni si muovono».

Più espli­cita la Fiom, che invece annun­cia con­te­sta­zioni al pre­mier, uni­ta­mente a quelle che ver­ranno dalla Lista l’Altra Emi­lia Roma­gna. Ma le noti­zie di mobi­li­ta­zione ven­gono anche da altre cate­go­rie: la Filc­tem ad esem­pio fa sapere che nel luc­chese si fer­me­ranno la Ser­vizi Ospe­da­lieri e la Scott Ital­ve­tro, e ana­lo­ga­mente due impianti a Vicenza. Ma sono solo esempi, per­ché gli scio­peri – a mac­chia – stanno dilagando.

Emi­lio Miceli, segre­ta­rio gene­rale della Filc­tem Cgil – 230 mila iscritti, in rap­pre­sen­tanza di un set­tore che tra chi­mici, elet­trici e tes­sili conta un milione di per­sone – spiega che «la cate­go­ria è impe­gnata in scio­peri e assem­blee, per­ché la bat­ta­glia è appena iniziata».

Miceli non sem­bra soste­nere la linea delle occu­pa­zioni di Lan­dini, ma si rende conto che la sfida con il pre­mier neces­sita di un impe­gno senza pre­ce­denti: «L’occupazione è cer­ta­mente un atto eroico, ma rischia di farti rima­nere chiuso nella fab­brica: men­tre al con­tra­rio adesso devi par­lare al Paese. Per­ché Renzi ha la tv dalla sua, può par­lare a milioni di per­sone con­tem­po­ra­nea­mente. E allora dob­biamo farlo anche noi, ma fac­cia a fac­cia, nelle assem­blee. L’essenziale adesso è infor­mare, spie­gare quello che c’è nel Jobs Act: non solo il licen­zia­mento libero, ma anche il deman­sio­na­mento, e la messa in discus­sione del con­tratto nazio­nale. Poi dob­biamo cer­care di miglio­rare il testo alla Camera. Ricor­dia­moci che in mezzo ai pros­simi pas­saggi par­la­men­tari c’è la grande mani­fe­sta­zione di San Giovanni».

La Filc­tem d’altronde, insieme alle cate­go­rie “sorelle” di Cisl e Uil – Flaei Cisl e Uilc­tem – ha fir­mato un docu­mento uni­ta­rio con­tro l’abolizione dell’articolo 18, ma per il momento non è riu­scita a con­vin­cere le col­le­ghe a farle com­pa­gnia nelle pro­te­ste. Come per ora Fim e Uilm non seguono la Fiom, e ana­lo­ga­mente Cisl e Uil con la Cgil. Anche se Susanna Camusso ieri ha voluto lasciare una porta aperta, e a chi le chie­deva se altre sigle si uni­ranno al 25 otto­bre, ha rispo­sto: «Il tempo è con noi».



Related Articles

Cile, continuano le proteste. Santiago resiste nella Zona Zero

Loading

Viaggio dentro la protesta cilena, iniziata nell’ottobre 2019, contro diseguaglianze sociali e violenze della polizia. Nonostante la vittoria al referendum per cancellare la costituzione di Pinochet, la mobilitazione prosegue con un pezzo di città trasformata da mesi di manifestazioni

Un altro magistrato contro Cristina Kirchner

Loading

Argentina. Il vicepresidente Boudou accusato di corruzione. Il Paese col fiato sospeso per i «fondi avvoltoi» e il pagamento del debito del 2001

Indennizzo per chi è espulso arrivano i nuovi ammortizzatori stretta su partite Iva e cocopro

Loading

Nuove norme per non abusare dei licenziamenti economici Indennizzo per chi è espulso arrivano i nuovi ammortizzatori stretta su partite Iva e cocopro   Verrà  più che dimezzato il numero di mesi di sostegno ai dipendenti delle aziende in crisi del Sud Copertura maggiore dell’attuale indennità  di disoccupazione, ma minore del sussidio di mobilità L’Assicurazione per il reimpiego durerà  12 mesi, che saliranno a 18 per i lavoratori sopra i 55 anni 

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment