Manovra, ecco la lettera a Bruxelles

Manovra, ecco la lettera a Bruxelles

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ROMA Parte oggi per Bruxelles la lettera del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in risposta alle critiche espresse dal commissario europeo alle Finanze, Jyrki Katainen, sulle «significative deviazioni» dalle regole Ue contenute nella legge di Stabilità e sul rinvio del pareggio di bilancio al 2017.
L’accordo politico tra il «rigore» comunitario e le strategie espansive del governo Renzi sembra trovato: «La risposta dell’Italia conterrà le indicazioni sulla correzione del deficit strutturale che saranno ampiamente in grado di rassicurare la Commissione europea», spiegano al ministero dell’Economia. Niente percentuali nelle lettera di due pagine firmate da Padoan, ma numeri in valore assoluto, cioè risorse aggiuntive che portano «a una correzione del deficit grosso modo come quella indicata nei giorni scorsi dal premier, anche più abbondante». Insomma, il ministro Padoan, attingendo anche al «tesoretto» tenuto come fondo per la riduzione della pressione fiscale, dovrebbe scrivere nella missiva a Katainen che nella legge di Stabilità c’è qualcosa di più dei 4,8 miliardi di euro destinati al deficit del prossimo anno. Secondo i calcoli del Mef, però, «l’abbondante correzione dei conti» non sforerà comunque lo 0,3 % del Pil e gli insider garantiscono che le risorse saranno «adeguate alle aspettative». Visto che Palazzo Chigi vuole fugare ogni dubbio sul fatto che il Paese poggia su solide basi, la lettera dunque conterrà anche altre misure che verranno rese note probabilmente oggi appena il documento sarà stato notificato a Katainen.
Inoltre nella lettera «non ci saranno scadenze o nuovi impegni specifici» sull’attuazione delle riforme, fanno notare al Mef, perché il 15 ottobre il governo ha già mandato ai vertici Ue un piano programmatico dettagliato: riforme che il Parlamento ha già votato o sta per votare. Si tratta del resto degli stessi provvedimenti che i vertici comunitari ci chiedono da molti anni e che l’esecutivo Renzi sta implementando e per attuare i quali il governo chiede maggiori risorse cui attingere. Del resto uscire dalla recessione, che dura da tre anni e continua a incalzare, rilanciare l’economia e l’occupazione, puntando sulle riforme, imponevano al governo Renzi una manovra «espansiva» che non può certo fare a meno della flessibilità da parte dei vertici dell’Ue: l’eccessivo rigore infatti di Bruxelles rischierebbe di fare precipitare il Paese, temono a Palazzo Chigi, in una crisi ancora più pesante di quella che già sta imperversando su famiglie e imprese italiane.
Intanto domani i 47 articoli della legge di Stabilità approdano ufficialmente a Montecitorio. Le modifiche alla manovra chieste dall’Ue potrebbero essere inserite in Parlamento con un emendamento del governo, magari i primi del prossimo mese, per dare modo a Padoan di partecipare il 9 novembre all’Ecofin con le carte in regola. Nel frattempo il 29 ottobre la Commissione uscente, guidata da Josè Manuel Barroso, esprimerà comunque il suo giudizio sulle leggi di bilancio di tutti i Paesi. Oggi pomeriggio ci sarà l’incontro tra governo, imprese e sindacati, presenti il sottosegretario Graziano Delrio e i ministri Padoan, Giuliano Poletti (Lavoro) e Marianna Madia (Funzione pubblica).
Francesco Di Frischia



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