« Alemanno porta soldi in Argentina In aeroporto passa al varco riservato»

« Alemanno porta soldi in Argentina In aeroporto passa al varco riservato»

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ROMA Valigette piene di contanti trasportate in Argentina dal sindaco Gianni Alemanno. Denaro portato all’estero evitando i controlli all’aeroporto. Ne parlano gli arrestati dell’inchiesta «Mafia capitale» in una conversazione intercettata e i controlli dei carabinieri del Ros si concentrano su una vacanza di qualche anno fa.
Il percorso dei soldi porta in Sudamerica, ma anche a una fiduciaria di Lugano dove gli «spalloni» dell’organizzazione — capeggiata dall’ex estremista dei Nar Massimo Carminati e dall’imprenditore Salvatore Buzzi — avrebbero trasferito i soldi delle tangenti versate ai politici. Nella strategia di infiltrazione del Campidoglio e delle istituzioni romane Luca Gramazio, consigliere regionale del Pdl, avrebbe tentato di truccare le Regionali del 2013 proprio per continuare a comandare e gestire gli affari. Ma si sarebbero mossi anche a più alto livello riuscendo ad agganciare un collaboratore dell’ex ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge per tentare di entrare nel Centro di accoglienza di Mineo, in Sicilia. Un dirigente della presidenza del Consiglio che per questo è finito sotto inchiesta.
I viaggi del sindaco
Il 31 gennaio scorso Luca Odevaine parla con altri due presunti complici di una lite che Alemanno avrebbe avuto con un uomo che però non viene citato.
Odevaine: «Abita in questo palazzo, che figlio di m… ha litigato con Alemanno… per soldi se so’ scannati… ma sai che Alemanno si è portato via, ha fatto quattro viaggi lui e il figlio con le valige piene de’ soldi in Argentina, se so’ portati con le valige piene de contanti, ma te sembra normale che un sindaco… me l’ha detto questi de Polaria».
Schina: «E nessuno lo ha controllato?».
Odevaine: «No è passato al varco riservato… poi ad un certo punto deve essere successo qualche casino, ad Alemanno gli hanno fatto uno strano furto a casa».
Schina : «Cercavano qualche pezzo de carta».
Odevaine: «Credo hanno litigato perché Alemanno ha pensato che ce li ha mandati questo».
Le verifiche effettuate dagli specialisti hanno individuato un viaggio fatto da Alemanno in occasione di un Capodanno. Lui smentisce: «Millanteria totalmente infondata. Non ho portato mai soldi all’estero, tantomeno in Argentina. Il furto di cui si parla è avvenuto ad ottobre 2013 e basta aprire google per constatare che è stato ampiamente pubblicizzato. Per quanto riguarda il viaggio in Argentina ci sono stato per pochi giorni con la mia famiglia e un folto gruppo di amici a Capodanno 2011-2012 per andare a vedere i ghiacciai della Patagonia».
Riciclaggio a Lugano
È in una fiduciaria di Lugano che Stefano Bravo, commercialista ora indagato per riciclaggio, avrebbe trasferito parte dei soldi delle tangenti. Gli investigatori lo hanno scoperto ascoltando le sue conversazioni con Odevaine e adesso indagano per scoprire quanti fossero i suoi clienti e soprattutto per ricostruire la tela dei conti esteri svizzeri, ma anche quelli aperti in vari paradisi fiscali, compresa Panama. Nello stabile della città svizzera dove è entrato il 10 aprile scorso si trovano numerose società di investimento, ma la sua destinazione è stata individuata e su questo è già in corso una rogatoria con le autorità elvetiche per ottenere l’elenco dei depositi e delle operazioni effettuate dai personaggi inseriti nell’organizzazione.
Le carte processuali fanno emergere numerosi contatti tra l’Honduras e il Costa Rica che proprio Odevaine, probabilmente per conto dell’organizzazione, aveva attivato per intraprendere attività di commercializzazione di prodotti italiani e reimpiegare il denaro ottenuto grazie al pagamento delle «mazzette». Gli stessi canali sarebbero stati utilizzati anche da altri politici foraggiati negli ultimi anni.
I brogli alla Regione
È il 21 febbraio 2013, Gramazio chiama un amico e intanto dice: «Finite le operazioni di voto, le urne vanno in alcune sedi dove vengono contate, non si tratta della classica operazione di controllo delle schede, quello c’abbiamo ancora tempo per fare gli inserimenti. Ce provo, se stiamo in tempo la metto». Annotano i carabinieri: «Luca Gramazio era candidato alle elezioni regionali. Da un’altra conversazione telefonica risulta che dispone di una rete di scrutatori impegnata nelle operazioni di scrutinio dei voti». La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta e l’esponente del Pdl è indagato per «aver posto in essere atti diretti alla produzione di schede elettorali false».
Fiorenza Sarzanini



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