C’è un nuovo libro nero delle tangenti La ricerca di sponsor in Parlamento

C’è un nuovo libro nero delle tangenti La ricerca di sponsor in Parlamento

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ROMA Il quaderno era nascosto a casa di un collaboratore di Salvatore Buzzi. E potrebbe fornire nuove tracce utili per individuare altri politici e funzionari pubblici messi a «libro paga» dal titolare della Cooperativa 29 Giugno e dall’ex estremista dei Nar Massimo Carminati, ritenuti dai magistrati al vertice di quell’organizzazione che era riuscita a infiltrarsi in Campidoglio e in altre istituzioni. Contiene infatti annotazioni sulla contabilità occulta delle numerose strutture controllate dal gruppo e segue lo stesso metodo già verificato analizzando il «libro nero» sequestrato alla segretaria Nadia Cerriti con l’iniziale del nome di chi ha percepito la tangente e accanto la cifra versata. Procede spedita l’indagine dei carabinieri del Ros e le migliaia di carte processuali svelano i tentativi per accaparrarsi ulteriori appalti in materia di immigrazione, potendo contare su una figura chiave come quella di Luca Odevaine, membro della commissione del Viminale che si occupava proprio di questa materia. Compresi incontri di alto livello con parlamentari. Una di loro, secondo lo stesso Odevaine, sarebbe la presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Anna Finocchiaro.
«Gara già assegnata»
Dopo aver ottenuto la gestione del campo nomadi di Castel Romano, Buzzi e i suoi sodali pensavano di allargare la propria influenza e avevano messo in campo svariati tentativi per «entrare» a Mineo, la struttura siciliana che rappresentava un grande affare. E dunque, se da una parte erano consapevoli dei propri limiti, dall’altra cercavano sponsor. Il 16 giugno scorso Odevaine parla con Carmelo Parabita e gli riferisce di aver risposto ad un «avviso pubblico di selezione» per essere assunto dal Consorzio Calatino in modo da acquisire i titoli necessari a poter fare il membro della commissione incaricata della valutazione delle offerte per quella gara. Poi entrano nel merito dell’assegnazione.
Parabita: «Non ci saranno altre offerte cioè, con chi stanno parlando, si sono tenuti tutti alla larga da Mineo perché è troppo complessa, cioè non è venuto nessuno venerdì».
Odevaine: «A me m’ha detto Salvatore Buzzi che è andato a parlare dalla Finocchiaro».
Parabita: «Se».
Odevaine: «E la Finocchiaro gli ha detto “lascia perdere quella gara è già assegnata”».
In realtà la ricerca di interlocutori continua e Odevaine si concentra sulla procedura del Viminale che potrebbe consentirgli di manovrare le assegnazioni anche tentando di orientare le scelte dei prefetti.
«Li voglio a stipendio»
La scoperta di un nuovo libro contabile fornisce elementi molto significativi per l’inchiesta e conferma un meccanismo che i magistrati avevano già evidenziato nelle contestazioni contro gli arrestati. Anche perché la strategia di controllo della pubblica amministrazione prevedeva il versamento periodico agli uomini da utilizzare in modo di poter contare sulla loro fedeltà. E infatti, di fronte al sindaco di Morlupo che non chiede soldi e tuttavia assegna lavori decide di retribuirlo in maniera fissa. Per questo manda un sms a Carminati, «il sindaco di Morlupo l’ho messo a stipendio», e lui risponde: «Ah perfetto».
Scrivono i magistrati: «La retribuzione sia di alcuni esponenti delle strutture politico-amministrative interessate sia dei membri del sodalizio era possibile grazie all’emissione di fatture per operazioni inesistenti che, a seconda delle società emittenti, determinava diversificate modalità di remunerazione, puntualmente annotate in un cosiddetto “libro nero”, e in particolare: le società riconducibili a soggetti esterni al sodalizio, a fronte dei pagamenti ricevuti, retrocedevano all’organizzazione criminale denaro contante per la creazione di fondi extracontabili, necessari al pagamento dei politici, degli amministratori pubblici, dei dirigenti amministrativi e dei membri del sodalizio; le società direttamente controllate dall’organizzazione criminale, gestite anche con l’utilizzo di prestanomi, attraverso transazioni infragruppo riuscivano a canalizzare le quote illecite verso gli stessi membri ed a soddisfare le esigenze di reimpiego dei capitali illecitamente acquisiti».
I ricorsi al Riesame
Domani i giudici del Riesame cominceranno ad esaminare i ricorsi degli arrestati contro le ordinanze di cattura. Il primo a depositare l’istanza è stato proprio Carminati. Nei prossimi giorni saranno invece interrogati arrestati e indagati e in cima alla lista c’è il sindaco Gianni Alemanno, accusato di associazione mafiosa, che sostiene di «poter chiarire la mia posizione e smentire numerose millanterie compresa quella delle valigette piene di soldi portate in Argentina su cui fonti della Procura hanno specificato che non ci sono riscontri». L’elenco delle persone da sentire è lungo, qualcuno sta già pensando di cominciare a collaborare.
Fiorenza Sarzanini


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