Perché diciamo grazie alla Gre­cia

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Non so se sono i greci che deb­bono rin­gra­ziarci per que­sta mani­fe­sta­zione grande, bella, uni­ta­ria che abbiamo pro­mosso in tutta fretta per­ché a Bru­xel­les capis­sero bene che quanto lì si decide in que­sti giorni non riguarda solo Atene, ma tutti noi, tutti gli euro­pei che vogliono un’Unione in grado di garan­tire più ugua­glianza più demo­cra­zia più pace.

Un’Europa che almeno la smetta di rite­nersi faro della civiltà quando è inca­pace di acco­gliere chi fugge da terre deva­state dalla pesante ere­dità colo­niale e dalle nostre più recenti, dis­sen­nate spe­di­zioni mili­tari. Pro­prio per que­sto sarebbe forse meglio dire che non sono i greci a dover rin­gra­ziare noi, ma noi che rin­gra­ziamo loro per quello che stanno facendo anche per noi. Noi che rin­gra­ziamo Ale­xis e Yan­nis — (li chia­miamo ormai per nome per­ché non sono più solo com­pa­gni ma sono diven­tati amici).

Siamo noi che li rin­gra­ziamo per­ché lì a Bru­xel­les stanno com­bat­tendo anche per noi. Sono lì ed hanno avuto accesso a quelle stanze per­ché hanno avuto la forza e il corag­gio di sfi­dare Golia e la capa­cità di rice­vere dal popolo greco la legit­ti­ma­zione a farlo. Sono lì a farsi ascol­tare anche a nome nostro. (Direi che se la cavano piut­to­sto bene. La prova, lo sap­piamo, è duris­sima, ma già dopo que­sti pochi/ primi giorni sem­brano pro­ce­dere con fer­mezza, con la sicu­rezza di rodati sta­ti­sti.) Ne siamo orgo­gliosi e sod­di­sfatti . (Avete visto le loro imma­gini in tv, sono loro a domi­nare la scena, e tutti si affret­tano ad avvi­ci­narsi a loro per strin­ger­gli la mano).

Per­ché hanno capito che i nostri amici hanno aperto un nuovo capi­tolo della sto­ria dell’Unione euro­pea: per­ché hanno avuto la deter­mi­na­zione — che fino ad oggi era man­cata a tutti — di dire che così non va, che occorre cam­biare pro­prio se si vuole sal­vare il pro­getto d’Europa. Non sono andati a Buxel­les a scu­sarsi per il loro debito e a men­di­care aiuto, ma per dire alla troika che deve chie­dere scusa.

Scusa per i danni che ha pro­dotto con le sue poli­ti­che. Scusa per essersi irre­spon­sa­bil­mente fidata, di un governo cor­rotto e inca­pace. La cata­strofe è oggi sotto gli occhi di tutti Di anno in anno, dal 2008, le medi­cine di Bru­xel­les anzi­ché alle­viare i mali e avviare un nuovo corso hanno peg­gio­rato la situa­zione della Gre­cia. Qual­siasi mena­ger che avesse pro­dotto in quat­tro anni un crollo del Pil pari al 25 % e rite­nesse que­sto il metodo migliore per accu­mu­lare le risorse per ripa­gare un debito, ver­rebbe licen­ziato. Con tanto par­lare di effi­cienza, il cri­te­rio potrebbe esser appli­cato anche ai fun­zio­nari di Bru­xel­les! Se hanno rovi­nato così la Gre­cia vanno messi in con­di­zione di non nuo­cere più. È neces­sa­rio far­glielo capire.

Noi siamo qui per far sen­tire anche la nostra voce. Buon lavoro Ale­xis, buon lavoro Yannis.



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