Il Piemonte viaggia verso il red­dito minimo

Il Piemonte viaggia verso il red­dito minimo

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Qual­cosa si muove. Anche il Pie­monte si avvi­cina a una legge sul red­dito di auto­no­mia. Mar­tedì della scorsa set­ti­mana il Con­si­glio regio­nale ha, infatti, appro­vato con 28 voti favo­re­voli, e il non voto delle oppo­si­zioni, l’ordine del giorno pro­mosso da Sel per avviare una discus­sione sull’istituzione di un red­dito di auto­no­mia a livello regionale.

«La nostra pro­po­sta — ha dichia­rato il capo­gruppo di Sel Marco Gri­maldi — pre­vede 7 mila euro di soste­gno ai disoc­cu­pati, agli inoc­cu­pati e agli ina­bili al lavoro e fino a 5 mila euro per pre­ca­ria­mente occu­pati e sot­toc­cu­pati. E pre­vede l’obbligatorietà di iscri­zione ai cen­tri per l’impiego e la ces­sa­zione dell’erogazione del red­dito nel caso venga offerto un nuovo lavoro che sia con­gruo alla for­ma­zione e all’esperienza».

Il qua­dro occu­pa­zio­nale pie­mon­tese è dram­ma­tico. Dall’inizio della crisi il 14% delle indu­strie hanno chiuso (9 mila) e, dal pros­simo anno, 30 mila lavo­ra­tori non saranno più tute­lati da alcun ammor­tiz­za­tore sociale. Secondo i dati Istat, le per­sone in cerca di occu­pa­zione in Pie­monte nel 2014 erano 226 mila, con un aumento di 17 mila unità rispetto al 2013. Lo scorso anno il tasso di disoc­cu­pa­zione è cre­sciuto in modo espo­nen­ziale, soprat­tutto per i sog­getti fino a 24 anni: sono oltre 50 mila i ragazzi in cerca di lavoro, il 42,2% del totale. I Neet (sog­getti non in for­ma­zione né in cerca di lavoro) sono sti­mati intorno ai 140 mila.

Anche i dati sulla pre­ca­rietà restano allar­manti: nono­stante le pro­ce­dure di assun­zione nel primo tri­me­stre del 2015 regi­strino un incre­mento dell’11,7%, quelle che riguar­dano con­tratti a ter­mine restano net­ta­mente pre­va­lenti, con una quota pari al 77%, in leg­gero calo rispetto all’anno pre­ce­dente (5,3 punti in meno).

«A fronte di que­sti dati — ha sot­to­li­neato in aula il capo­gruppo Gri­maldi — appare sem­pre più urgente una misura uni­ver­sale per sot­trarre chi è in cerca di occu­pa­zione alla ricat­ta­bi­lità del lavoro pre­ca­rio e con­tra­stare la povertà».

Alla pro­po­sta di legge regio­nale il gruppo Sel ha inco­min­ciato a lavo­rarci negli appun­ta­menti di Human Fac­tor e Pre­ca­ris­sima alle Offi­cine Cor­sare. «A livello regio­nale abbiamo chie­sto di avviare nelle com­mis­sioni com­pe­tenti un’analisi sulla soste­ni­bi­lità di una misura spe­ri­men­tale di soste­gno al red­dito per disoc­cu­pati, inoc­cu­pati, pre­ca­ria­mente occu­pati, sot­toc­cu­pati e ina­bili al lavoro. Vogliamo che la Regione avvii una spe­ri­men­ta­zione sul red­dito di auto­no­mia, come è avve­nuto già in altre regioni, ad esem­pio Lazio e Cam­pa­nia». Gri­maldi ha infine concluso:

«Con il voto di oggi man­diamo anche un mes­sag­gio al governo, l’Italia è, infatti, l’unico Paese della zona euro, assieme alla Gre­cia, a non pre­ve­dere alcuna forma di red­dito minimo o di cit­ta­di­nanza. Non sarebbe ora di cor­reg­gere que­sta anomalia?».



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