Il sogno infranto di Sajida e dei 6 afgani bimbi morti in mare ai confini dell’Europa

Il sogno infranto di Sajida e dei 6 afgani bimbi morti in mare ai confini dell’Europa

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È IL futuro dell’umanità quello che annega davanti alla porta dell’Europa: piccoli esseri umani che si erano affacciati alla vita da poco, e che la vita devono abbandonare senza sapere perché. Sette bambini sono morti fra la notte di lunedì e ieri: sei di loro erano arrivati dall’Afghanistan, in fuga dalla guerra. Il settimo corpo restituito dal mare appartiene a una bambina siriana di cinque anni, identificata come.
I sacrifici necessari a una famiglia afgana per raggiungere il Mediterraneo possono solo essere immaginati, e simile è la sofferenza di una famiglia siriana. Ma non sempre bastano per realizzare il sogno di una vita accettabile, lontano dalle bombe e dagli sgozzatori. I sette bambini sono stati ritrovati fra le onde al largo di Cesme, nella provincia turca di Smirne. Dopo il naufragio del barcone degli afgani, racconta l’agenzia Anadolu, la guardia costiera è riuscita a soccorrere solo cinque migranti, almeno altri due sono ancora dispersi. Fra i salvati c’è anche un ragazzino di dodici anni: di lui il mare ha avuto pietà. Un’altra barca, partita dal Sahara occidentale, si è rovesciata al largo delle Canarie: almeno undici africani sono morti. La tragedia va avanti. A settembre le immagini del piccolo Alan Kurdi finito sulla spiaggia di Bodrum hanno suscitato sdegno e lacrime, ma lo sdegno si è consumato e le lacrime sono già asciutte. Da allora sono almeno un centinaio i bambini annegati al largo della Grecia o dell’Italia.
Le soluzioni politiche non si trovano: non c’è accordo in Europa, e la brutta stagione è in arrivo. Ieri Laura Boldrini, presidente della Camera, ha ribadito agli europarlamentari italiani che «serve un corridoio umanitario, o questo inverno conteremo i morti ». Intanto la Commissione europea accusa l’Italia e i paesi mediterranei di non adempiere all’obbligo di schedatura: su 140 mila migranti raccolti dalle autorità italiane, almeno 40 mila hanno rifiutato di farsi identificare con le impronte digitali. La stessa infrazione è rimproverata anche a Grecia, Croazia e Malta, la procedura d’infrazione potrebbe essere aerta giovedì.


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