Ronde razziste. Sulle Alpi scatta la caccia al migrante di «Defend Europe»

BARDONECCHIA. Giacca a vento azzurra, occhiali da sole, pantaloni sportivi, scarponcini da montagna: è questa la divisa di allegro e pur tremendo esercito privato, composto da ragazzi e ragazze dai tratti gentili. Partono da tutta la Francia per venire a pattugliare le montagne che separano l’Italia dal loro paese, perché devono «bloccare l’invasione». Una milizia che si coordina con la gendarmeria, affinché la caccia all’uomo abbia successo e l’invasore sia respinto al di là del confine. Le loro azioni sono pubbliche, sbandierate ai quattro venti grazie a una massiccia campagna mediatica. Sabato scorso rivendicavano «l’arresto di sette migranti avvistati e segnalati dalle squadre di Defend Europe al Monginevro» corroborando le parole con immagini in cui si vedono le ronde in giacchetta azzurra, composte da circa dieci persone, «accompagnare» in Italia chi tentava di passare il confine camminando lungo le piste da sci.
«Sulla base dell’articolo l 621-2 del codice dell’ingresso e del soggiorno degli stranieri e del diritto d’asilo e dell’articolo 73 del codice di procedura penale – dichiarano i volontari di Gènération Identitaire – che consente a ogni cittadino di arrestare l’autore di un reato palese, il nostro team ha riportato quattro clandestini alla frontiera, sotto la supervisione di un ufficiale di polizia. Sorpresi, non hanno mai cercato di scappare e hanno collaborato immediatamente».
Si percepiscono e operano come gli unici difensori del suolo francese, e non esitano a sfidare il governo Macron: «Contrariamente agli annunci del ministro degli interni Gérard Collomb, lo stato francese ancora non controlla il suo confine nella zona di Briançon. Gènération Identitaire richiede quindi nuovi rinforzi di polizia e un piano d’azione efficace. Non più un solo clandestino deve poter attraversare il confine. È soprattutto lo stato a garantire la sicurezza delle frontiere e non ai cittadini».
Si sono posizionati da circa due settimane al Monginevro – poco distante dalla chiesetta occupata di Claviere che funge da rifugio e presidio sanitario – e a Nevache, ovvero al di là del colle della Scala, sopra Bardonecchia: il passo che tra pochi giorni riaprirà. Si tengono lontani invece da Briançon dove la forte presenza di numerosi volontari pro migranti, nonché la connotazione politica dell’amministrazione locale, sinistra vicina a Mélenchon, non crea un terreno fertile per le passeggiate notturne delle ronde azzurre. Ma probabilmente operano anche in Italia.
Le polemiche successive all’incursione dei doganieri francesi all’interno del presidio sanitario gestito da Prefettura di Torino, Comune di Bardonecchia e due organizzazioni non governative, non spaventano i giovani patrioti francesi. Sabato notte davanti alla stazione ferroviaria di Bardonecchia è stato affisso un volantino, non firmato, in cui si legge: «Solidarietà con i funzionari di polizia francesi in servizio a Bardonecchia. Contrariamente a quando avviene in Italia essi compiono il proprio dovere per far rispettare le leggi. I locali di servizio a loro disposizione sono stati occupati da una ong che ci mangia con l’unilaterale consenso delle autorità italiane». Seguono una serie di insulti verso il sindaco di Bardonecchia Francesco Avato, e al prefetto di Torino Renato Saccone. La Digos di Torino sta tentando di capire chi abbia affisso il volantino e non è passata inosservata la concomitanza tra questo evento e l’attività di Gènération Identitaire. Anche perché la chiosa è una firma: «Dato che le autorità italiane sono queste, è bene che altri vengano a far rispettare la legge e riportare l’ordine».
FONTE: Maurizio Pagliassotti, IL MANIFESTO
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