Epidemie, il coronavirus sbarca in Europa

Epidemie, il coronavirus sbarca in Europa

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Il coronavirus è arrivato in Europa. Tre casi sono stati confermati in Francia, due a Bordeaux e uno a Parigi. Almeno due di loro erano reduci da un viaggio in Cina. Sono i primi casi registrati in Europa, dopo decine di falsi allarmi. La Francia è l’undicesimo paese in cui l’epidemia è stata censita. In totale, il conto degli ammalati ha raggiunto quota 1400 (con circa 2000 casi sospetti), il 97% dei quali in Cina, e le vittime sono salite a 42, tutte cinesi. A perdere la vita anche due medici impegnati in prima linea: uno, il 62enne Liang Wu Dong a causa del virus. L’altro è Jiang Jijun, ucciso da un infarto dovuto all’affaticamento estremo a soli 51 anni.

Dopo i primi casi di trasmissione da persona a persona, gli epidemiologi hanno iniziato a produrre stime sulla trasmissibilità del virus, rappresentata dal coefficiente «R0». Questo numero rappresenta il numero medio di persone contagiate da un ammalato ed è fondamentale per pianificare le operazioni di prevenzione. Le prime stime di R0 per il coronavirus variano tra 2 e 3, valori simili a quelli di un normale raffreddore. Per un paragone: il valore R0 del morbillo è circa 9, quello dell’influenza stagionale è circa 1.

Ieri in Cina si è celebrato il capodanno lunare, una festa che di norma avrebbe visto lo spostamento di circa 400 milioni di persone. Quasi ovunque è stato un capodanno senza festeggiamenti pubblici. Le autorità locali hanno predisposto la «chiusura» di diversi centri dell’Hubei, la provincia di Wuhan in cui ha avuto origine l’epidemia e l’annullamento delle manifestazioni previste. Ieri la città di Hong Kong ha prolungato fino al 17 febbraio la chiusura delle scuole e ha annullato la tradizionale maratona prevista per l’8 febbraio. Anche a Pechino sono stati sospesi i trasporti interprovinciali verso la città.

Proprio ieri, però, il governo centrale sembra voler prendere in mano la situazione. Il presidente Xi Jinping ha presieduto personalmente una riunione del Politburo in cui è stata decisa l’istituzione di un comitato incaricato della gestione dell’epidemia. Secondo il South China Morning Post, la decisione mira anche a dare un segnale ai dirigenti locali più riluttanti a prendere iniziative, dimostrando che il governo centrale si aspetta da loro maggiore intraprendenza. Xi Jinping ha auspicato che nella risposta al virus collaborino persone «provenienti da diverse etnie e diversi settori sociali». La riunione ha deliberato il supporto delle autorità locali a tutti i livelli nei confronti della città di Wuhan, l’epicentro dell’epidemia.

* Fonte: Andrea Capocci, il manifesto



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