Con la pandemia, incalza la crisi: a novembre meno 664mila posti di lavoro

Con la pandemia, incalza la crisi: a novembre meno 664mila posti di lavoro

Loading

La bomba sociale è già esplosa. A novembre 2020 sono spariti 664 mila posti lavoro, sostiene l’Inps nell’Osservatorio sul precariato. Sono i precari a essere stati travolti dal congelamento dell’economia italiana per rallentare la circolazione del Covid. Il blocco dei licenziamenti e l’estensione della cassa integrazione ha permesso invece di ottenere un saldo positivo tra assunzioni e cessazioni di contratti stabili è stato positivo:+243 mila unità.

In undici mesi, rispetto all’anno precedente, sono spariti 263.902 contratti a termine, 121.913 contratti stagionali, 80.217 di somministrazione e 76.970 intermittenti. Le cessazioni dei rapporti di lavoro, nel complesso, sono state 5 milioni e 51 mila, in diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2019 (-20%). Tra queste si è registrata una diminuzione significativa di quelle da contratto a tempo indeterminato che sono state 1.204.604, oltre 350 mila in meno rispetto ai primi 11 mesi del 2019 (-30%) grazie al divieto di licenziamento per ragioni economiche deciso per fronteggiare la pandemia e la crisi economica.

Il Covid-19 ha determinato anche la contrazione dei lavoratori impiegati con Contratti di prestazione occasionale (Cpo): ad aprile pari al -78%; nei mesi successivi si è progressivamente attenuata fino al -34% di novembre (11.600 lavoratori impegnati contro 17.800 a novembre 2019). L’importo medio mensile lordo della remunerazione effettiva risulta a novembre pari a 255 euro. I lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (Lf) a novembre 2020 erano circa 12.800, sui livelli precedenti all’inizio della pandemia (erano 8.900 a novembre 2019). Tra marzo e agosto 2020 si era registrato uno sviluppo enorme dell’utilizzo del Libretto Famiglia (a giugno i lavoratori interessati erano stati più di 310 mila) da ricondurre all’introduzione del bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting previsto dal Cura Italia. Anche l’importo medio mensile lordo della remunerazione di questi lavoratori è tornato ai livelli precedenti la pandemia (178 euro a novembre 2020 contro 172 euro a novembre 2019) mentre nel periodo tra marzo e agosto oscillava tra i 500-600 euro.

Il totale di ore di Cig autorizzate dal primo aprile 2020 al 31 gennaio 2021, per emergenza sanitaria, è pari a 4.238,4 milioni. Tra queste, sostiene l’Inps, 1.957,4 milioni di cig ordinaria per 28.578 aziende, 1.434,3 milioni per l’assegno ordinario dei fondi di solidarietà (33.064 aziende) e 846,7 milioni di cig in deroga 92.117 aziende). A gennaio il 64% di queste ore sono state assorbite in questi settori: fabbricazione di macchine, apparecchi meccanici ed elettrici; metallurgico; industrie tessili e abbigliamento; auto, rimorchi semirimorchi e mezzi di trasporto. «Senza la cassa Covid e il blocco dei licenziamenti, avremmo dati ancora più drammatici – sostiene Tania Scacchetti (Cgil – bisogna dare quindi continuità alle misure di protezione»

* Fonte: Mario Pierro, il manifesto



Related Articles

Parmalat, la soglia del 30%e i risparmiatori isolati

Loading

Sembra ormai una classica never ending story: anche ieri sul dossier Parmalat si sono tenute delle importanti riunioni tra gli attori principali della cordata italiana.

Il governo parte all’attacco di Boeri “Si deve dimettere”

Loading

Scontro sulle stime del decreto dignità. I grillini: “Inserite da una manina”. E per il Mef sono “discutibili”

Workfare/2. La caccia e la punizione del disoccupato in Francia

Loading

Viaggio in un paese dove la ricerca di un lavoro può trasformarsi anche in un talent show

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment