I lanci di ANSA sulla pubblicazione del 19° Rapporto sui diritti globali

I lanci di ANSA sulla pubblicazione del 19° Rapporto sui diritti globali

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Diritti Globali, in 8 mesi 1.300 migranti morti in Mediterraneo
In 20 anni 44mila vittime tra chi cercava di entrare in Europa
ROMA
(ANSA) – ROMA, 10 DIC – Dal 1° gennaio al 30 agosto 2021 i
decessi di migranti registrati nel Mediterraneo sono stati
1.311, più del doppio del corrispondente periodo dell’anno
precedente, quando erano stati 625, quando le partenze sono
state ridotte a causa della prima fase della pandemia, ma anche
molte più che i primi otto mesi del 2019, quando erano stati
1.094. I dati sono riportato dal Rapporto Diritti Globali,
realizzato dalla Associazione Società INformazione Onlus, con la
partecipazione della Cgil, e promosso da Fight
Impunity-Association Against Impunity and for Transitional
Justice
Gli oltre 1300 morti nel Mediterraneo, sottolinea il curatore
del Rapporto, Sergio Segio, sono una “cifra sicuramente meno
elevata rispetto alla realtà, dato il minor numero di navi
umanitarie presenti nel Mediterraneo e allestite dalle Ong”,
“testimoni non graditi”. A livello mondiale, nello stesso
periodo dei primi otto mesi del 2021, le vittime sono state in
totale 2.727 (erano state 2.079 l’anno precedente e 3.326 nel
2019). Dal 1993 al 1° giugno 2021 sono stati oltre 44.764 i
migranti morti mentre cercavano di entrare in Europa, secondo il
network United for Intercultural Action, citato dal Rapporto.
(ANSA).

***

Diritti Globali, ‘senza giustizia ambientale non c’è pace’
Papa Francesco e Greta Thunberg tra poche voci alte e libere
ROMA
(ANSA) – ROMA, 10 DIC – Gli ultimi cinque anni sono stati i
più caldi dal 1850 a oggi. L’attuale concentrazione dei
principali gas serra è la più elevata degli ultimi 800.000 anni;
vengono prodotti circa 2,6 milioni di libbre di anidride
carbonica al secondo. L’Earth Overshoot Day, la data in cui la
domanda di risorse supera ciò che la Terra è un grado di
rigenerare, nel 2021 è caduto il 29 luglio, nel 1970 era stato
il 29 dicembre. E’ un elenco lungo di “dati inequivocabili” e
che “dovrebbero atterrire” quello fatto Sergio Segio, curatore
del Rapporto Diritti Globali, realizzato dalla Associazione
Società INformazione Onlus, con la partecipazione della Cgil,
che sottolinea come “la guerra all’ambiente e alla natura” è in
realtà “una guerra delle generazioni precedenti contro quelle
cui viene sottratto il futuro”
“Una guerra – afferma – di una classe contro un’altra e di
una parte del pianeta rispetto all’altra”, “senza giustizia
ambientale non c’è pace”. L’alternativa alla catastrofe
climatica “è la riconversione ecologica dell’economia –
evidenzia -. La indicano da decenni gli scienziati non
asserviti, le associazioni ambientaliste e, più di recente, le
poche voci alte e libere come quella di papa Francesco” e di
Greta Thunberg, “capace di stimolare  un movimento mondiale di
giovani che rivendicano futuro, per sé e per tutti”.

***

Diritti Globali: Landini, per ripresa garantire vaccini a tutti
Oltre emergenza Covid per un cambiamento radicale
ROMA
(ANSA) – ROMA, 10 DIC – “La diffusione ineguale dei vaccini a
livello planetario, con l’esclusione di fatto dei Paesi a basso
reddito, è un esempio lampante della miopia del modello
economico che oggi governa il mondo”. Così il segretario della
Cgil Maurizio Landini, nella prefazione del Rapporto Diritti
Globali 2021, realizzato dalla Associazione Società
INformazione, con la partecipazione della Cgil, sottolinea come
il Covid pone “con ancora maggiore urgenza la necessità di una
riflessione sullo sviluppo e un cambiamento deciso dei paradigmi
che lo presiedono”.
“Assicurare l’accesso al vaccino e alle cure per tutti –
afferma – deve essere un obiettivo di interesse globale. Serve a
garantire il diritto alla salute. Serve a sostenere la ripresa
economica. Serve, perché è giusto”. Ma, aggiunge, “il
cambiamento di cui c’è bisogno dev’essere ancora più profondo,
più radicale. E riguarda il mondo del lavoro in ogni sua forma e
a ogni latitudine”.
Sottolinea come in Italia la crisi sociale sarebbe stata
ancora più grave senza il confronto tra il sindacato le
istituzioni: “Si è cercato di tutelare il maggior numero
possibile di lavoratori e lavoratrici attraverso le diverse
forme di sostegno al  reddito e con il blocco dei licenziamenti
per oltre un anno” e “di tutelare le condizioni di lavoro nel
pieno della diffusione della pandemia”. In generale, secondo
Ladini, l’esperienza “dimostra che dove il dialogo sociale ha
funzionato meglio, sono stati minori gli effetti della pandemia,
e la gestione della crisi è stata molto più efficace. In un
momento come questo è dunque essenziale incoraggiare le
istituzioni al rispetto delle parti sociali, del sindacato in
particolare, e a un rafforzamento dei meccanismi di
contrattazione collettiva e della libertà sindacale”.

 



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