«La partecipazione collettiva è fondamentale per imporre il primato della solidarietà sull’egoismo – dice Daniel Taddeo, segretario della Cgil di Macerata –, abbiamo bisogno di una società che non si giri sempre dall’altra parte. Non parlo di chi era sul marciapiede mentre Alika moriva, ma un discorso più ampio: c’è molto disagio legato all’impossibilità di vivere in maniera dignitosa».

Sabato andrà in scena l’altra manifestazione, il corteo che partirà dal lungomare e arriverà fino all’incrocio tra viale Umberto I e piazza XX Settembre, dove cioè venerdì scorso Ogorchuwku ha trovato la morte per mano del 32enne Filippo Ferlazzo.

La partecipazione, che la questura stima in circa cinquecento persone, vedrà molti gruppi intervenire da tutta l’Italia, ma si tratterà in sostanza di un corteo di carattere istituzionale. In prima fila ci sarà il sindaco Fabrizio Ciarapica, guida della coalizione di destra che amministra Civitanova. Le premesse sono che si tratterà di una manifestazione non antirazzista ma «pacifica, non politica, aperta a tutto il mondo africano che vorrà manifestare insieme agli italiani per la pace. Siamo tutti uniti sotto un’unica bandiera, quella contro la violenza e di vicinanza alla famiglia. Sarà un’occasione per lanciare messaggi positivi, di pacifica convivenza e di integrazione», dice il sindaco, che poi lancia un appello «a tutti i cittadini e alle forze politiche: evitiamo le strumentalizzazioni. Abbiamo un’opportunità di dare un messaggio di tolleranza e di convivenza civile. Non sprechiamo questa occasione».

Il Comitato 29 Luglio, nato il giorno dopo l’omicidio, ha deciso di accordarsi, e anche la comunità nigeriana non mancherà. Probabile anche la presenza del segretario del Partito Democratico Enrico Letta, che al Tg3 ha annunciato la sua intenzione di partecipare almeno ai funerali di Ogorchukwu, scatenando qualche polemica da destra, dove si grida alla strumentalizzazione dell’episodio.

Nel frattempo, dall’autopsia eseguita nella giornata di lunedì emergono i dettagli di quanto accaduto nel primo pomeriggio di venerdì scorso: le cause della morte di Alika sono compatibili con l’ipotesi dello schiacciamento del corpo, da cui sarebbe scaturito il soffocamento. Inoltre, gli investigatori hanno fatto chiarezza sui tempi del delitto: l’aggressione è avvenuta intorno alle 14 ed è durata quattro minuti in tutto, mentre alle 14.11 Ferlazzo è stato fermato dalla polizia su indicazione di un testimone. «All’atto del controllo e prima ancora di declinare le sue generalità – scrive il gip del tribunale di Macerata – ha consegnato a uno degli agenti un cellulare nero, riferendo che era di proprietà di una persona che aveva picchiato poco prima».

Il decesso di Ogorchukwu per «arresto cardiocircolatorio traumatico» è avvenuto alle 15, dopo alcuni disperati tentativi di rianimazione. Ferlazzo, in passato, era stato sottoposto ad almeno 7 Tso e la madre era stata nominata sua amministratrice di sostegno. Al vaglio degli inquirenti, infatti, c’è anche questo dettaglio: visto il profilo e i precedenti dell’uomo, perché era libero di girare senza alcun controllo?

* Fonte/autore: Mario Di Vito, il manifesto