La sovranità alimentare è cosa seria, non è quella del nuovo governo

La sovranità alimentare è cosa seria, non è quella del nuovo governo

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Non c’è sovranità alimentare se si ostacola la transizione ecologica come questo governo si accinge a fare. La scelta di Meloni di cambiare il nome del ministero della Transizione ecologica e ritornare all’ambiente indica una miopia e contraddizione perché la crisi climatica, che è anche alimentare, richiederebbe una visione di sistema

 

La sovranità alimentare, termine con cui Giorgia Meloni ha ridenominato il ministero dell’Agricoltura è un vero obiettivo del nuovo governo o solo operazione di propaganda? La sovranità alimentare è una storica battaglia dei campesinos.

Della lotta del movimento contadino internazionale Via Campesina con cui si afferma “il diritto dei popoli ad alimenti nutritivi e culturalmente adeguati, accessibili, prodotti in forma sostenibile ed ecologica, ed anche il diritto di poter decidere il proprio sistema alimentare e produttivo”, focalizzandosi, soprattutto, sulla necessità che “i diritti di accesso e gestione delle nostre terre, dei nostri territori, della nostra acqua, delle nostre sementi siano in mano a chi produce gli alimenti”.

Fratelli d’Italia circa un anno fa ha votato a favore della Pac, politica agricola comune nella Ue, con dichiarazione di voto espressa da Raffaele Fitto, oggi neo ministro degli affari europei.

La Pac è l’esatto contrario della sovranità alimentare, favorisce le multinazionali dell’agrobusiness, ed è tra i fattori principali che hanno condotto all’emergenza climatica e alla perdita della biodiversità, oltre ad aver fallito anche gli obiettivi socio economici per le aree rurali.
Il modello di agricoltura intensiva promosso dalla Pac, infatti, porta direttamente alla perdita di biodiversità, all’inquinamento dell’acqua e dell’aria e contribuisce alla crisi climatica. Lavorare per la sovranità alimentare significa recuperare percentuali minime di superficie agricola destinata ad habitat naturali e sostenere la diminuzione della dipendenza dalle sostanze chimiche di sintesi, pesticidi e fertilizzanti chimici, garantendo un maggiore sostegno all’agricoltura biologica.

Il partito di Giorgia Meloni non ha votato l’introduzione in Costituzione della tutela dell’ambiente e della biodiversità, si è sempre opposta in Europa ad ogni provvedimento che andasse nella direzione di tutelare biodiversità anche agricola.

Non c’è sovranità alimentare se si ostacola la transizione ecologica come questo governo si accinge a fare. La scelta di Meloni di cambiare il nome del ministero della Transizione ecologica e ritornare all’ambiente spezzettando le deleghe, la mobilità sostenibile alle infrastrutture, mare e blue economy al ministero del Mezzogiorno indica una miopia e contraddizione perché la crisi climatica, che è anche alimentare, richiederebbe una visione di sistema.

Del resto la destra non ha mai nascosto la sua ostilità alle politiche sul clima ed eloquenti sono le loro dichiarazioni.”Il fondamentalismo climatico ci porterà a perdere migliaia di aziende e milioni di posti di lavoro in Europa”, Giorgia Meloni dixit.
“ Da quando hanno lanciato l’allarme del riscaldamento globale, fa freddo e c’è la nebbia. Lo sto aspettando questo riscaldamento globale”. Matteo Salvini ministro delle infrastrutture e vicepremier.
“Le manifestazioni dei giovani contro il cambiamento climatico sono “una buffonata per saltare la scuola in massa. , Daniela Santanché ministra del Turismo.

*Co-portavoce Europa Verde e deputato alleanza Verdi e Sinistra

Fonte/autore: Angelo Bonelli, il manifesto



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