Negazionismo e revisionismo (non solo) climatico in Florida
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Il governatore DeSantis autorizza nuovi testi nelle scuole
Da settimane la Florida meridionale è presenza fissa sui bollettini di allerta per caldo eccessivo. Ancora più grave la situazione nei mari che circondano la penisola. Le temperature dell’acqua ha raggiunto record strabilianti fino a 38 gradi, lanciando gli scienziati in una corsa contro il tempo per tentare di salvare i coralli trasferendone d’urgenza dei campioni in laboratorio, in previsione di una moria che potrebbe trasformarsi in estinzione
Su questo sfondo drammatico, il governatore Ron DeSantis, principale avversario di Trump nella corsa pre-elettorale, ha implementato una serie di politiche per negare l’emergenza climatica e vietare interventi – e perfino l’istruzione – volti a prevenirla.
Lo stato, che paradossalmente è fra quelli a maggior rischio di erosione costiera, si rifiuta di implementare la conversione energetica, promulgando politiche di segno opposto e di sapore demagogico (ad esempio la protezione delle cucine a gas contro la “dittatura energetica” di Biden). DeSantis dichiara di essere «contrario alla politicizzazione della meteorologia».
Tutto questo malgrado documentati esiti catastrofici della rimozione. I tassi di mortalità per Covid ad esempio, che un recente studio di Yale pubblicato dall’autorevole Jama, ha rivelato essere stati superiori del 43% fra chi ha sottoscritto la politica anti-vaccini di DeSantis, rispetto alla popolazione di fede democratica. Forse il primo caso documentato di ideologia mortale.
D’altronde i “red states” – come Florida, Texas e la metà circa dei componenti dell’Unione – sono oggi vetrine di governance della nuova destra e del loro progetto nazionale. Lo slogan elettorale di DeSantis, non a caso, è Make America Florida!
L’intenzione sarebbe ad esempio di allargare al resto del paese il revisionismo storico e la censura ad esempio imposte nelle scuole della Florida nelle quali DeSantis ha vietato libri di testo che menzionino orientamento sessuale o identità di genere e addirittura i corsi di psicologica. All’indice ugualmente quelli di storia afro americana, e addirittura opere di Shakespeare «troppo suggestive».
Come per tutte le nuove destre, la revisione storica e il controllo delle università è propedeutico a una immaginata riconquista di «egemonia culturale». Per questo obiettivo si adopera un vasto ecosistema pseudo-accademico come l’Hillsdale College, un think tank integralista che sviluppa didattica per promuovere «valori tradizionali», e la Prager University – non un ateneo ma l’organizzazione guidata da un presentatore radiofonico di destra che sviluppa programmi di studio «patriottici» su sociologia, economia e clima, compresi i video adottati dalle scuole della Florida, che denunciano la scienza climatica come «propaganda di sinistra».
In parte si tratta di politiche “performative” ad uso e consumo di elettori integralisti, desiderosi di sabotare le “élites”, utili quindi a DeSantis per sorpassare Trump a destra nella sfida per la nomination. Solo in teoria però, dato che agli attuali sondaggi lo vedono in caduta libera.
La prima amministrazione Trump aveva consegnato i principali dicasteri energetici e ambientali alle lobby degli idrocarburi. LA Epa (Environmental protection agency) ad esempio, consegnata senza ironia a Scott Pruitt, avvocato delle aziende petrolifere, e i parchi nazionali affidati alla giurisdizione del petroliere del Montana Ryan Zinke, mentre gli scienziati che si ostinavano a lanciare l’allarme climatico venivano regolarmente licenziati o trasferiti in istituti periferici.
Una seconda presidenza Trump si annuncerebbe ancor più catastrofica nel promuovere l’idea suicida della scienza come complotto per impedire le libertà ed il sacrosanto sviluppo economico americano. I risultati per il mondo sarebbero certamente ancor più nefasti di quelli della moria per Covid in Florida.
* Fonte/autore: Luca Celada, il manifesto
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