L’OBIETTIVO DICHIARATO del summit è il riavvio completo del dialogo, utile non tanto a un vero e proprio disgelo quanto a una stabilizzazione del disaccordo. Ma su alcuni dossier si è pronti a cooperare. A poche ore dal vertice dei leader, una dichiarazione congiunta ha comunicato la riattivazione del gruppo di lavoro bilaterale sul clima. È il risultato dei colloqui dei giorni scorsi tra l’inviato speciale statunitense John Kerry e il ministro cinese Xie Zhenhua. Ci si concentrerà su transizione energetica, metano, economia circolare, emissioni di carbonio e deforestazione. Un segnale positivo in vista della Cop 28 in programma a Dubai a fine mese, anche se rimangono differenze su questioni come l’eliminazione graduale dei combustibili fossili.

Sul tavolo di Biden e Xi un accordo per la stretta cinese sulla diffusione dell’oppioide fentanil e un’intesa sulla governance dell’intelligenza artificiale. Ma c’è soprattutto il riavvio del meccanismo di comunicazione militare, nonostante non sia in agenda nessun incontro tra il capo del Pentagono Lloyd Austin e gli emissari cinesi presenti oggi a un vertice sulla difesa a Giacarta, in Indonesia.

LA RIPARTENZA DEL DIALOGO non cancellerà certo le tensioni strategiche, ma potrebbe favorire una de escalation in caso di futuri incidenti sul mar Cinese meridionale o sullo Stretto di Taiwan. Proprio Taipei resta il fronte più divisivo tra Usa e Cina. Xi avrebbe voluto un’opposizione esplicita all’indipendenza, Biden si limita a dire che non la sostiene. Impossibile una sintesi anche sull’invio di armi americane a Taiwan.

A chiarire che nella tenuta di Filoli non si celebreranno delle nozze ci sono due elementi. Primo: nessun comunicato congiunto al termine del summit. Secondo: niente cena insieme, con Biden che va ad accogliere gli altri leader arrivati a San Francisco per il vertice dell’Apec di oggi e domani, Xi che incontra i grandi imprenditori tra cui Elon Musk e gli amministratori delegati di Microsoft, Citigroup, Exxon Mobil. Coltivare i rapporti con le grandi aziende private consente alla Cina di provare a scavare un solco tra il mondo economico e la Casa bianca, scongiurando o quantomeno rallentando i venti di «disaccoppiamento» o di «riduzione del rischio». Allo stesso tempo, mostrando di poter gestire i rapporti col principale rivale, può rassicurare gli investitori internazionali e il settore privato cinese sulla stabilità della Cina. Una dose di fiducia fondamentale per provare a rilanciare l’economia.

I MEDIA CINESI SEGUONO tutto con grande attenzione, a partire dall’accoglienza riservata a Xi sulla pista d’atterraggio dalla segretaria al Tesoro Janet Yellen e il governatore della California Gavin Newsom. Sulla tv di stato vengono mostrati i cittadini cinesi che hanno salutato il passaggio di Xi dall’aeroporto al suo albergo, ma sono annunciate anche alcune manifestazioni di protesta. «La Cina non si fa condizionare dalle nuvole che oscurano la vista e coglie la giusta direzione», sentenzia l’agenzia di stampa Xinhua. Come a ribadire un punto centrale della retorica di Pechino: «Siamo noi la vera potenza responsabile».

* Fonte/autore: Lorenzo Lamperti, il manifesto