Il ministero degli interni ha informato di alcuni arresti di «terroristi», tra i quali un cittadino cubano-americano che sarebbe giunto clandestinamente nel nord dell’isola dalla Florida con una moto acquatica. All’arrestato sono state sequestrate «pistole di vario calibro con moduli di caricatore rinforzati e relative munizioni».

L’accusato si sarebbe spostato a Cienfuegos, la sua città d’origine, per prendere contatto con altre persone, anche queste detenute con l’accusa di preparare atti terroristici. Secondo la trasmissione televisiva Razones de Cuba avrebbero confessato di aver ricevuto denaro per organizzare attentati (contro tralicci, magazzini di tabacco e piantagioni di canna da zucchero).

Alcuni dei detenuti – mostrati in un video del ministero dell’interno – fanno parte di una «Lista nazionale di terroristi» pubblicata il 7 dicembre dalla Gaceta Oficial de la República de Cuba, cioè di «individui sottomessi a indagini penali e ricercati dalle autorità cubane per partecipare nella promozione, finanziamento e organizzazione di atti terroristici contro Cuba».

La lista comprende 19 organizzazioni e 61 persone, in gran parte residenti in Florida, alcuni dei quali noti leader dell’opposizione anticastrista e influencer cubano-americani impegnati in rete in continui attacchi al governo socialista di Cuba.

A tirare le fila di tale attività sovversiva sarebbe la Fondazione patriottica diretta in Florida da Ibrahim Bosh López, accusato di «usare il mercato delle armi in Centramerica» per acquistare armamenti da usare a Cuba per provocare «un Natale di sangue». Lo stesso vertice dell’Amministrazione Biden – «gli alleati di Israele» nelle stragi di Gaza – viene accusato di «tramare» questa ondata d’odio contro Cuba. Come ha confermato ieri il ministro degli esteri Bruno Rodríguez, che in rete ha accusato Washington di essere di fatto «complice» dei terroristi anticubani.

Questa drammatica serie di accuse avviene dopo che l’Amministrazione Biden ha deciso di mantenere Cuba nella “lista nera” dei paesi «patrocinatori del terrorismo», lista voluta – senza alcun fondamento di prove – dall’ex presidente Trump e mantenuta dall’attuale capo della Casa Bianca.

Il responsabile del Dipartimento di Stato, Antony Blinken, ha anche di recente appoggiato tale decisione asserendo di «essere pienamente d’accordo con le politiche adottate per sostenere le aspirazioni democratiche del popolo di Cuba». Dichiarazione che è seguita al clamoroso arresto negli Usa di Manuel Rocha, ex ambasciatore degli States in Bolivia, e consigliere stimato del Comando Sud degli Usa. Secondo il Procuratore generale degli Stati uniti, Rocha «per più di quarant’anni ha lavorato per i servizi segreti di Cuba».

Per l’oppositore Manuel Cuesta Morua, l’insolita pubblicazione da parte del ministero dell’interno di una lista di terroristi anticubani avrebbe il duplice scopo, sia di preparare una stretta repressiva del governo cubano, sia di coprire alcuni agenti segreti cubani, falsamente inseriti in tale lista.

L’escalation di accuse reciproche tanto gravi – che da parte cubana coinvolgono il vertice dell’Amministrazione Biden- avvengono nel clima già surriscaldato dell’inizio delle presidenziali americane. Il tema di Cuba diventa materia di sicurezza interna per i leader repubblicani – di recente hanno accusato l’Avana anche di favorire «l’ondata di emigranti clandestini» che tenta di entrare negli Usa.

Il sostegno incondizionato del governo cubano alla lotta dei palestinesi e soprattutto le reiterate accuse dell’Avana all’Amministrazione Biden di foraggiare in armi «la guerra genocida di Israele», come pure il rafforzamento delle relazioni tra l’isola e la Russia, hanno poi aggravato la tensione tra i due paesi.

* Fonte/autore: Roberto Livi, il manifesto