Alabama. La Corte suprema sentenzia: “embrioni congelati sono come i bambini”

Citando la Bibbia e la Costituzione della stato, la Corte Suprema dell’Alabama ha stabilito che gli embrioni congelati formati attraverso la fecondazione in vitro sono come bambini, del tutto equiparabili ai neonati, estendendo perciò l’applicazione delle pene previste per l’omicidio di minori in caso di distruzione delle cellule
New York. La Corte Suprema dell’Alabama non ha avuto nessun dubbio, e ha stabilito che gli embrioni formati attraverso la fecondazione in vitro e congelati sono bambini, del tutto equiparabili ai neonati, estendendo perciò l’applicazione delle pene previste per l’omicidio di minori.
La Corte era stata chiamata a deliberare su un caso nato nel 2021 e ha dovuto decidere se un paziente che aveva erroneamente lasciato cadere e distrutto alcuni embrioni congelati di altre coppie potesse essere ritenuto responsabile di omicidio colposo.
Per l’accusa “la temperatura sotto zero alla quale gli embrioni erano stati conservati ha bruciato la mano del paziente, facendo cadere gli embrioni sul pavimento, uccidendoli”. A causa della morte degli embrioni alcune coppie hanno fatto causa all’uomo, e la clinica si era difesa sostenendo che in Alabama la legge per la morte di un minore non si applicava agli embrioni al di fuori dell’utero.
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Il giudice della contea ha archiviato il caso ma la Corte Suprema dello Stato ha respinto la sua decisione stabilendo che la norma invece “si applica a tutti i bambini, nati e non nati, senza limitazioni”.
“Non è compito di questa Corte definire una nuova limitazione basata sulla nostra visione di ciò che è o non è saggio per l’ordine pubblico – hanno scritto i giudici – Ciò è particolarmente vero quando, come in questo caso, il popolo di questo Stato ha adottato un emendamento costituzionale che mira direttamente a impedire ai tribunali di escludere la ‘vita non nata’ dalla protezione legale”.
Tra le motivazioni del verdetto nella sentenza si cita un versetto della Bibbia: “Crediamo che ogni essere umano, dal momento del concepimento, sia fatto a immagine di Dio, creato da Lui per riflettere la Sua somiglianza. È come se il popolo dell’Alabama avesse preso le parole del profeta Geremia e le avesse applicate a ogni persona non ancora nata in questo Stato: Prima di formarti nel grembo materno ti ho conosciuto, prima che tu nascessi ti ho santificato”. Geremia 1:5 (NKJV 1982)”, si legge nel parere del presidente della corte, Tom Parker.
“Crediamo che ogni essere umano, dal momento del concepimento, sia fatto a immagine di Dio, creato da Lui per riflettere la Sua somiglianza. È come se il popolo dell’Alabama avesse preso le parole del profeta Geremia e le avesse applicate a ogni persona non ancora nata in questo Stato”. Questa sentenza, emessa con 7 pareri a favore e 2 contrari, ha il potere di ridefinire il futuro della fecondazione in vitro, in quanto considerare come bambini gli embrioni congelati può rendere questa pratica molto più onerosa per le cliniche che se ne occupano, rendendola possibile solo per i clienti più facoltosi.
Negli Stati Uniti ogni anno circa 100 mila bambini nascono con le tecniche della fecondazione assistita, dato che non sempre i tentativi vanno a buon fine. Per avere successo, la fecondazione assistita richiede la disponibilità di un buon numero di embrioni, formati da poche cellule. Quando la fecondazione va a buon fine e l’embrione attecchisce, gli altri solitamente vengono distrutti: d’ora in poi questo atto potrebbe essere considerato equivalente a un omicidio.
Per via di questa sentenza le cliniche dell’Alabama si stanno attrezzando per trasferire i loro embrioni fuori dallo stato, facendo così alzare di molto i costi.
Le conseguenze non sono solo pratiche ed economiche ma anche ideologiche, non a caso sembra che questo caso si orienti verso il radicamento dell’ideologia della personalità fetale che è al centro del controllo statale delle donne incinte e delle loro decisioni riguardo la gestione del proprio corpo.
* Fonte/autore: Marina Catucci, il manifesto
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