Un bagnetto di folla per nove «sì»

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«Fondamentale». Lo dice Giuliano Pisapia, lo ribadisce Letizia Moratti (ricordate?). Hanno usato la stessa parola, senza mettersi d’accordo, per spingere i milanesi ad andare a votare per i quattro questiti nazionali, e per i cinque «referendum ambientali» consultivi milanesi che necessitano di un quorum abbassato al 30%. Il messaggio «bipartisan» è stato inviato ieri in occasione della chiusura della campagna referendaria che ha visto alcune centinaia di persone impegnate in piazza Duomo. Forse non troppe, ma quanto basta per formare una divertente catena umana sotto un cielo di piombo e carico di pioggia.
La pioggia ha anche costretto il comitato referendario a spostare la sede del concerto serale: dall’Arco della Pace diverse centinaia di persone sono state dirottate alla Fabbrica del Vapore per uno show molto aperto cui hanno partecipato Bebo Storti, Leonardo Manera, Ricky Gianco, Daniele Biacchessi, Alberto Patrucco, Flavio Oreglio e Paolo Ciarchi (era atteso anche Paolo Rossi).
E’ finita direttamente nell’acqua anche l’ultima performance chiassosa di un gruppo di cittadini che si sono autoconvocati via internet per circondare la fontana di fronte al Castello Sforzesco con lo striscione «Un tuffo al quorum». Detto, fatto. Dopo aver fatto un bagno (vestiti) nella fontana, i ragazzi hanno provato a convincere i passanti a votare quattro sì (anzi nove) per difendere le risorse idriche a rischio privatizzazione. Decisamente più asciutto l’appello finale dei promotori dei cinque referendum ambientali che Pisapia ha già  detto di tenere in grande considerazione: «Chiediamo ai milanesi di andare a votare i cinque referendum per l’ambiente e la qualità  della vita a Milano perché rappresentano un’opportunità  per partecipare direttamente alle scelte per il futuro della nostra città  su una trasformazione urbana complessiva che interessa la mobilità , l’energia, il verde, l’acqua e lo spazio urbano».


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