Ucciso il quarto scienziato nucleare dal 2010 Teheran accusa Israele: “È stato il Mossad”
Mentre sale la tensione con Teheran per la sua corsa al nucleare, ieri mattina alle 8,30 la Peogeot 405 del professor Roshan, 32 anni, ricercatore nel più grande impianto nazionale di arricchimento dell’uranio a Natanz, è saltata in aria all’improvviso tra i viali affollati dell’Università Tatabai, nella capitale iraniana. Due motociclisti l’hanno affiancata attaccando ordigni magnetici sulle portiere. L’esplosione ha ucciso lo scienziato e il suo autista, insieme a un passante. Un colpo da professionisti, secondo le autorità . Ma un colpo, soprattutto, per l’intero programma nucleare iraniano. Il sito di Natanz è il cuore della sfida atomica del regime degli ayatollah. Teheran accusa gli Usa e Israele: «Un colpo da sionisti». «Non sappiamo chi abbia ucciso lo scienziato. Di sicuro non versiamo lacrime», replica la Difesa israeliana. Washington, invece, prende le distanze: «Nulla a che fare, e condanniamo la violenza».
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