I giudici: “Pronti al ricorso contro il testo del governo” Ma la città  è divisa sul decreto

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TARANTO â€” — Primi colpi a distanza tra Governo e giudici sul decreto salva Ilva. Con il procuratore capo di Taranto Franco Sebastio che parla di «dubbi e perplessità  nella lettura del testo», mentre il premier Mario Monti ribadisce che il provvedimento è dosato per conciliare la produzione industriale e il rispetto di salute e ambiente ed è «approfondito in ogni aspetto’» a cominciare da quelli di «costituzionalità ». In mezzo l’azienda che non esclude alcuna ipotesi, compresa la strada di un eventuale cambio al timone. Da Taranto le toghe annunciano battaglia proprio sulla tenuta costituzionale della norma che di fatto consente la produzione allo stabilimento sequestrato per le emissioni killer. «A breve ci riuniremo e valuteremo il testo», spiega Sebastio. Domani il numero uno della procura e gli altri pm dell’inchiesta per disastro ambientale incontreranno il procuratore generale presso la Corte di Appello di Lecce Gaetano Vignola. Si discuterà  sulla possibilità  di sollevare la questione di incostituzionalità  del decreto il prossimo 6 dicembre, quando si tornerà  in aula per il Riesame sul sequestro dei prodotti dello stabilimento, decretato lunedì dal gip Patrizia Todisco. E non è detto che la questione possa essere avanzata anche prima proprio dal gip. Ieri il magistrato ha fatto capolino in un palazzo di giustizia deserto: sta studiando il caso e potrebbe intervenire direttamente, magari su istanza della stessa procura.
Dal fronte governativo, però, si difende il provvedimento. «Siamo molto fiduciosi — ha insistito il premier Monti — perché gli impegni vengano presi seriamente e vi siano sanzioni severissime ed effettivamente osservate». La rigidità  della norma nei confronti della proprietà  potrebbe agevolare un possibile cambio alla guida della grande acciaieria, con l’arrivo di investitori stranieri.
In tal senso il presidente Ilva Bruno Ferrante ha detto che l’azienda «è aperta a qualsiasi ipotesi di trattativa. La famiglia Riva — ha concluso Ferrante — è nelle condizioni di gestire una trattativa internazionale ». Contro l’iniziativa dell’esecutivo, però, si scaglia il governatore pugliese Nichi Vendola: «Il governo pretende di cancellare i provvedimenti giudiziari della magistratura. Il decreto rischia di apparire uno schiaffo al bisogno di salute di una città , e sembra dire che quel bisogno può attendere».
Ieri a Taranto sono stati celebrati i funerali dell’operaio Francesco Zaccaria, ucciso dal tornado che mercoledì mattina ha devastato lo stabilimento. Dall’altare ha parlato Massimo Iacca, zio della vittima e operaio Ilva. «In fabbrica abbiamo bisogno di lavorare, ma con tranquillità », ha detto. All’uscita gli operai commentavano positivamente l’intervento governativo. «Finalmente — ha spiegato Sergio Ariante, lavoratore dell’area a freddo — qualcuno ci garantisce. E ci dice che avremo un futuro anche se i Riva non dovessero rispettare gli impegni sul risanamento».


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