Crisi aumenta disuguaglianza tra famiglie Bankitalia: “Al 10% il 45,9% della ricchezza”

Loading

MILANO – La crisi riporta indietro nel tempo le famiglie italiane: dal 2007, anno in cui fu raggiunto il massimo valore in termini reali, al 2011 è diminuita del 5,8%. Dal 2010 al 2011 il calo è stato del 3,4%, mentre nel primo semestre 2012, secondo stime preliminari, il calo (in termini nominali) è stato dello 0,5%. Dai dati di Bankitalia emerge come la distribuzione della ricchezza sia, inoltre, caratterizzata “da un elevato grado di concentrazione”: la metà  più povera delle famiglie italiane detiene il 9,4% della ricchezza totale, mentre il 10% più ricco ha il 45,9%. Di più: l’indice di Gini, che misura il grado di disuguaglianza, risulta in aumento.

Nel 2011 la ricchezza netta complessiva a prezzi correnti è diminuita dello 0,7%; l’aumento delle attività  reali (1,3%) è stato più che compensato da una diminuzione delle attività  finanziarie (3,4%) e da un aumento delle passività  (2,1%). In termini reali – precisa la Banca d’Italia – la ricchezza netta si è ridotta del 3,4%. Alla fine del 2011, la ricchezza abitativa detenuta dalle famiglie italiane era stimata poco più di 5.000 miliardi di euro. Questo valore è aumentato dell’1,3% rispetto alla fine del 2010 (-1,4% in termini reali).

Alla fine dello scorso anno, la ricchezza netta delle famiglie italiane era pari a circa 8.619 miliardi di euro, corrispondenti a poco più di 140mila euro pro capite e 350mila euro in media per famiglia. Banca d’Italia aggiungendo, inoltre, che “le attività  reali rappresentavano il 62,8% del totale delle attività , le attività  finanziarie il 37,2%”. Le passività  finanziarie, invece, pari a 900 miliardi di euro, rappresentavano il 9,5% delle attività  complessive.

Le famiglie italiane hanno “un’elevata ricchezza netta”, pari, nel 2010, a 8 volte il reddito disponibile, contro l’8,2 del Regno Unito, l’8,1 della Francia, il 7,8 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 5,3 degli Stati Uniti. Ricchezza alla quale si aggiunge un basso indebitamento, pari al 71% del reddito disponibile (in Francia e in Germania è di circa il 100%, negli Stati Uniti e in Giappone del 125%, in Canada del 150% e nel Regno Unito del 165%). Totalmente in “rosso” il 2,8% delle famiglie italiane, casi in cui le difficoltà  finanziarie non sono compensate neanche dal possesso dell’abitazione. Il dato, riferito al 2010, è comunque in diminuzione dal 3,2% del 2008, resta, tuttavia, “in lieve ma graduale crescita” se si confronta la serie a partire dal 2000.

Quanto alle forme di investimento preferite, dopo la flessione registrata nel 2010 gli italiani hanno ripreso a comprare Bot e Btp e nel 2011 la quota di ricchezza detenuta in titoli pubblici italiani è cresciuta di oltre un punto percentuale, pari ad un aumento di oltre 30 miliardi di euro, tornando ai livelli del 2009.


Related Articles

Il dossier foreign fighters sul tavolo dei leader “Più 70%in un anno ora risposta comune”

Loading

Il dossier. Partono da tutto il mondo per combattere in nome dell’Islam:verso Iraq e Siria ma anche Yemen e Afghanistan

Crisi, 1 su 3 cittadini vive con mamma E gli italiani riscoprono i “fornelli”

Loading

Crisi, 1 su 3 cittadini vive con mamma E gli italiani riscoprono i "fornelli"

Da fatturato e ordinativi altra conferma della crisi Ups si mangia Tnt

Loading

Che l’economia italiana non godesse di buona salute era cosa nota. Confermata, tra l’altro, dalla caduta del Pil nel terzo e nel quarto trimestre del 2011.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment