La tre giorni del debito pubblico

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«Se siamo stati nel mercato nei momenti peggiori della crisi nel 2011 possiamo passare anche questa» dice ad un convegno di Aiaf e Banca Finnat, cercando di sdrammatizzare i timori legati all’incertezza elettorale, che per fortuna ha cominciato a creare tensioni «solo in coda». La gestione del debito pubblico in ogni caso si è quasi normalizzata con la riduzione degli spread ed il ritorno degli investitori internazionali. Il 2013 poi sarà  un anno più tranquillo del precedente perché ci saranno meno scadenze e meno emissioni per circa 60 miliardi: uno degli obiettivi sarà  allungare la vita dei titoli e ci saranno due offerte di Btp Italia di ammontare complessivo più contenuto di quelle dello scorso anno. «La gestione del debito tornerà  ad essere impegnativa nel 2015» avverte, rassicurando sul fatto che comunque «il nostro debito è ed è sempre stato sostenibile tranne che tra novembre e inizio dicembre 2011, quando i Ctz sono schizzati al 7,80%». In quelle condizioni «avremmo potuto esistere pochi mesi: se si fosse proseguito avremmo perso l’accesso al mercato». Quello che poi è stato fatto nel 2012 «è ripristinare la fiducia. E, con un debito così grande, la fiducia è tutto».
Cannata si è soffermata anche sul capitolo «derivati», confermando che il Tesoro ha in essere contratti per 160 miliardi: «Il 10% dello stock, un livello molto più basso che in altri Paesi». Il fatto è che il derivato non è «un male assoluto, ma uno strumento utile se usato bene». E’ come, spiega, «un coltello da cucina: se invece di tagliarci la carne uccidi qualcuno, non vuol dire che non bisogna tenere più coltelli in cucina…».


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Incrociamo le dita e proviamo a vedere le prossime tappe, a immaginare il vademecum dei rimborsi. Il pagamento dei debiti pregressi della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese sembra essersi sbloccato. Per onestà  dobbiamo ricordare che non è la prima volta che lo si annuncia e quindi è d’obbligo ricorrere a qualche caveat.

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