Evasione fiscale, via il segreto. Padoan: «una pietra miliare per la lotta all’evasione»

Evasione fiscale, via il segreto. Padoan: «una pietra miliare per la lotta all’evasione»

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Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, la definisce senza giri di parole «una pietra miliare per la lotta all’evasione». Il riferimento è al Common Reporting Standard , un sistema automatico di scambio di informazioni multilaterale tra Paesi elaborato dall’Ocse (di cui il titolare del Tesoro era il capo-economista fino a qualche settimana fa) e da ieri in via di adozione in 44 Paesi tra cui l’Italia e contemplato anche da alcune free zone fiscali come l’isola di Man, Guernsey, Jersey, Bermuda, le isole Vergini britanniche, Cayman, Gibilterra (ma non dalla Svizzera). La novità principale è che questo sistema per ora in una fase embrionale verrà via via implementato seguendo una precisa road map . Nella fase iniziale gli intermediari finanziari raccoglieranno le informazioni sia sui conti «intrattenuti» al 31 dicembre 2015 sia su quelli aperti successivamente, mentre il primo vero e proprio scambio di dati tra le autorità fiscali dei Paesi contraenti non avverrà prima del 2017. Per renderlo effettivamente operativo servirà infatti un complesso lavoro di «trasposizione» del nuovo sistema Ocse nel diritto comunitario, altrimenti il rischio è di vuoti normativi tali da vanificare l’intento dell’organizzazione parigina di stanare i tentativi di non pagare le tasse sfruttando società-veicolo e prestanomi. L’adozione del Common Reporting Standard arriva a due giorni dalla decisione del governo di stralciare dal decreto (facendolo confluire in un disegno di legge ad hoc la cui approvazione è prevista entro maggio-giugno) le norme che regolano la procedura di collaborazione volontaria di capitali illecitamente detenuti all’estero (voluntary disclosure ). Il sottosegretario all’Economia, il commercialista Enrico Zanetti, spiega la necessità di fermare l’eventuale conversione del decreto (la cui data ultima era quella del 28 marzo) perché i tempi «erano troppo ristretti». Lo stop dell’esecutivo sarebbe motivato anche da alcune obiezioni sollevate dai commercialisti secondo i quali non era chiara la posizione (penale) del professionista nel lavoro di assistenza a chi stava aderendo alla collaborazione volontaria. Ieri intanto un emendamento del deputato del gruppo misto (Manfred Schullian) approvato dalla Camera concede la possibilità ai contribuenti di non dover dichiarare nel quadro Rw (il modulo relativo alla dichiarazione dei redditi per le attività estere di natura finanziaria) giacenze complessive fino a 10mila euro. «E’ un’operazione di semplificazione», dice Zanetti, dopo aver ottenuto il via libera anche da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Fabio Savelli


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