Renzi: usiamo i fondi bloccati dai burocrati Contestato Doria

Renzi: usiamo i fondi bloccati dai burocrati Contestato Doria

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GENOVA In una città ingrigita dalla polvere alzata dal fango secco, dove stanno fianco a fianco i ragazzi con gli stivali e le signore che prendono il tè nelle pasticcerie ancora aperte, i genovesi non smettono di interrogarsi sulle responsabilità dell’alluvione di giovedì. E a tratti esplode la rabbia. Il sindaco Marco Doria nella mattinata affronta i commercianti e raccoglie gli insulti: «Pagliacci», «Dimezzatevi lo stipendio», «Dimissioni! Dimissioni!».
Fra poco arriverà il ministro dell’Ambiente Galletti, non verrà invece il premier Matteo Renzi che affida a Facebook il suo pensiero: «Se vogliamo essere seri, se vogliamo evitare le passerelle e le sfilate da campagna elettorale l’unica soluzione è spendere nei prossimi mesi i due miliardi non spesi in ritardi burocratici. Basta scaricabarile». I due miliardi si riferiscono a tutta l’Italia. E nel ringraziare gli angeli del fango Renzi assicura: «Userò la stessa determinazione per spalare via il fango della mala burocrazia, dei ritardi, dei cavilli». Ho già iniziato, dice, col decreto Sblocca Italia.
Intanto, per l’immediato il sindaco Doria chiede al governo di sospendere i pagamenti fiscali per gli alluvionati, il Comune fa la sua parte sospendendo da subito Tari, Imu e Tasi. Ma le polemiche si autorigenerano come i temporali che — secondo le previsioni — ancora minacciano Genova e la Liguria fino alla mezzanotte di oggi. Da una parte volano accuse per i premi appena dati ai dirigenti comunali per aver «mitigato i rischi del dissesto idrogeologico» (40 mila euro), dall’altra si punta il dito contro le ditte che facendo ricorso al Tar nel 2012 avrebbero bloccato i lavori sul Bisagno.
«Non è vero — dice Orlando Pascucci, titolare di una delle ditte, la Pamoter —, il mio ricorso non ha bloccato proprio niente perché il Tar non solo non ha sospeso i lavori ma ha scritto che potevano partire». Sotto la responsabilità del commissario governativo, ovviamente. «Se hanno preferito restare fermi — dice Pascucci — forse pensavano che qualche ragione io la potessi avere e rischiavano di perdere la causa». Quindi, dice l’imprenditore, «non mi sento colpevole proprio di niente, io ho difeso il mio diritto e il mio lavoro. La commissione giudicatrice della gara era incompetente, non c’era neanche un ingegnere idraulico. Per questo ora farò ricorso al Consiglio di Stato». Ma questa volta il governatore Burlando ha detto che andrà avanti con l’assegnazione dei lavori.
Mentre il capo della Protezione Civile Gabrielli dice che «migliaia di volontari premono» per aiutare Genova (ieri non sono mancati momenti di tensione tra spalatori e militari), Beppe Grillo ha annunciato il suo arrivo oggi. Ieri anche papa Francesco ha invitato a pregare per la città.
Erika Dellacasa



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