Calais, il muro anti-migranti di Londra

Calais, il muro anti-migranti di Londra

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 LONDRA. La Gran Bretagna vuole alzare un muro a Calais. Non di mattoni, come quello che divideva Berlino durante la guerra fredda: ma tuttavia una solida recinzione metallica, alta tre metri, lunga quasi 4 chilometri. L’obiettivo è tenere fuori dai confini britannici i migranti clandestini. E il motivo per cui le autorità di Londra si preparano a costruire questa barriera in territorio francese è che lì si sta svolgendo la battaglia per entrare clandestinamente nel Regno Unito. Da tempo gli immigrati usano i camion a rimorchio che attraversano la Manica per via di mare, con i ferry-boat, o sotto il canale, con il treno che passa dall’Eurotunnel, per fare ingresso illegalmente in Inghilterra, ma negli ultimi giorni l’assalto ai tir nella zona portuale e ferroviaria di Calais è diventato massiccio, facilitato da uno sciopero dei trasporti marittimi che ha creato lunghi ingorghi e rallentato il traffico all’accesso del tunnel. Sfuggendo alla caccia che danno loro poliziotti e camionisti, i migranti aprono lo sportello posteriore degli autoveicoli in transito e si nascondono a bordo, per uscirne quando il camion ha completato la traversata del canale e dileguarsi sulla strada fra Dover e Londra. È difficile e rischioso, «ma provi una volta, due, tre, quattro, finché non ce la fai», racconta uno dei giovani, in maggioranza africani, che vivono nella tendopoli alla periferia della città francese. Per una ragione o per l’altra, la globalizzata Gran Bretagna li attira di più della Francia. Nell’ultimo anno ci sono stati quasi 40 mila tentativi di entrare nel Regno Unito a questo modo dall’area di Calais, il doppio dell’anno precedente. Le autorità locali sostengono che quelle britanniche devono fare di più, perché di fatto è come se la frontiera passasse da Calais, non da Dover. E così, sotto le pressioni di una stampa popolare che vede l’immigrazione come il diavolo, Downing street ha ora preso contro misure.
Come rivela il Daily Telegraph, il ministro dell’Immigrazione britannico James Brokenshire ha predisposto l’invio a Calais di materiali per erigere attorno all’ingresso del porto e dell’Eurotunnel una recinzione di 3 chilometri e mezzo di tre metri di altezza: una barriera già sperimentata per garantire la sicurezza a Londra durante le Olimpiadi del 2012 e al summit Nato del 2014 in Galles. A motivare la decisione è anche il timore del terrorismo: il ministro avverte che c’è il pericolo che jihadisti si mescolino ai circa 3 mila migranti accampati a Calais per tentare di entrare in Gran Bretagna e compiere un attentato. Ma il “muro di Calais” attira l’attenzione dei media perché non è una barriera fra capitalismo e comunismo, fra democrazia occidentale e dittatura, come quello di Berlino, bensì fra mondo ricco e mondo povero. Noi, dentro; voi, fuori.


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