Siria, arrivati i primi convogli d’aiuti

Siria, arrivati i primi convogli d’aiuti

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Trasferiti in Italia 15 feriti nell’attentato a Zlitan, in Libia. Attentato dell’Is in un centro commerciale di Bagdad

Due operazioni umanitarie, distanti e diverse fra loro, in Siria e in Libia, ci servono a verificare lo stato di conflitti che comunque fra di loro hanno mille connessioni. In Siria, nel paesino di montagna di Madaya, al confine con il Libano, ieri per la prima volta dal 18 ottobre è riuscito a entrare un convoglio umanitario della Mezzaluna rossa siriana. In Libia invece un C-130 dell’Aeronautica italiana è intervenuto su richiesta del nuovo governo libico per evacuare in Italia 15 cadetti libici feriti gravemente nell’attentato di giovedì dell’Is a Zlitan.

Madaya è la cittadina sunnita a soli 40 chilometri da Damasco dalla quale sono arrivate foto drammatiche di uomini e soprattutto bambini ridotti a scheletri dalla fame.

L’esercito del presidente Assad circonda da mesi la zona assieme alle milizie di Hezbollah libanesi senza riuscire a sconfiggere i ribelli sunniti. Il problema è che nella zona, e poi nella zona di Fuaa e Kafraya nella provincia di Idlib ci sono complessivamente 400mila persone assediate: gli aiuti, il cibo, le coperte, le medicine trasportate possono bastare per 60mila persone. Il presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa in Siria, Pawel Krzysiek, ha spiegato che 44 camion carichi di cibo e medicine sono destinati a Madaya, mentre altri 21 sono arrivati a Fuaa e Kafraya.

Si spera che nei prossimi giorni il dialogo avviato dall’inviato Onu per la Siria Staffan De Mistura con il governo siriano possa portare all’apertura di altri corridoi umanitari. Il problema è che le nuove azioni di guerra e, sullo sfondo, la fiammata nella rivalità fra Arabia Saudita e Iran, stanno facendo fare molti passi indietro al negoziato politico.

In Libia invece l’operazione umanitaria del governo italiano è stata una sorta di evacuazione medica in zona di guerra: Misurata è un’area abbastanza stabile, controllata da milizie in buone relazioni col premier libico Fayez al Serraj.

Ma le infiltrazioni di terroristi sono assolutamente possibili, come dimostrano gli attentati messi a segno a ripetizione negli ultimi giorni. L’Aeronautica ha fatto decine di operazioni del genere, ma questa è stata particolarmente rischiosa. La Difesa ha imbarcato sul C-130 della 46esima aerobrigata 14 fra medici e infermieri specializzati del policlinico Celio: tra i feriti ci sono due casi molto gravi. Ieri l’Is ha colpito a Bagdad: oltre 40 i morti in tre attacchi, uno contro un centro commerciale della capitale irachena.



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