Fisco, recupero record. Renzi: «80 euro anche alle partite Iva»

Fisco, recupero record. Renzi: «80 euro anche alle partite Iva»

Loading

Gentiloni e Padoan promettono un taglio delle tasse nella prossima legislatura. E Berlusconi rilancia la flat tax al 23%

La rottamazione delle cartelle spinge la lotta all’evasione a un nuovo record. Nel 2017 le tasse recuperate dall’Agenzia delle Entrate e tornate nelle casse dello Stato sono state pari a 20,1 miliardi di euro, oltre un miliardo in più (il 5,8%) rispetto al dato già storico registrato nel 2016 grazie alla voluntary disclosure. Sommando però agli incassi delle Entrate anche quelli di Agenzia di Riscossione (ex Equitalia) e per conto di altri istituti come Inps, Comuni e Camere di commercio, il dato complessivo sale a 25,8 miliardi di euro.

Cifre entrate ovviamente in campagna elettorale. Sia il governo che il Pd hanno esaltato i risultati, promettendo una riduzione delle tasse nel prossimo quinquennio. Il segretario dem Matteo Renzi ha pubblicato un grafico su Instagram in cui ha messo a confronto le cifre recuperate nel 2010 – 10,5 miliardi, governo Berlusconi – con i 20,1 miliardi del 2017, spiegando di aver doppiato chi oggi sostiene la flat tax.

Ad aumentare in particolare nel 2017 è stata la cosiddetta compliance, la collaborazione volontaria di cittadini e imprese. Grazie alle lettere inviate dall’Agenzia delle Entrate, gli incassi su questa voce hanno messo a segno un balzo del 160%, arrivando a 1,3 miliardi. Ancora più alti gli introiti della la definizione agevolata, che ha fatto registrare un gettito di 6,5 miliardi di euro.

Ad aderire a questo ultimo programma sono stati 1,5 milioni di italiani, per un totale di 6,3 milioni di cartelle e avvisi rottamati. I miliardi riscossi dall’Agenzia di Riscossione per conto di Agenzia delle Entrate sono stati 4, mentre gli altri 2,5 sono stati incassati per conto di Inps, Comuni, Camere di Commercio e altri enti.

Il direttore generale di entrambe le Agenzie, Ernesto Maria Ruffini, ha proposto per il futuro l’immagine di un «fisco alleato affidabile». «Siamo consapevoli – ha spiegato – che il fisco non sarà mai simpatico, come non lo sarà neanche la riscossione, ma crediamo fortemente che cambiare sia possibile, anzi sia doveroso. L’obiettivo è sicuramente il contrasto all’evasione, un rapporto leale che conduca cittadini e imprese a essere altrettanto leali».

La presentazione dei risultati è stata un ottimo assist per le promesse del premier Paolo Gentiloni: «Il governo nel momento in cui presenta tabelle in cui si vede che la riscossione fiscale e i proventi della lotta all’evasione producono incrementi di gettito non è riluttante nel far vedere i risultati – ha detto – Bisogna impegnarsi per ridurre ulteriormente la pressione fiscale a partire dalle tasse sul lavoro». L’importante, ha sottolineato infine Gentiloni, è «non dilapidare» la congiuntura economica favorevole, malgrado le «molte esercitazioni» in tal senso.

A queste parole ha fatto eco il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che ha preannunciato, in caso di vittoria del centrosinistra, un possibile taglio dell’Irpef all’inizio della prossima legislatura che deve essere «permanente e credibile». Quanto all’area «di maggiore criticità» nella lotta all’evasione, Padoan ha spiegato che «è l’evasione Iva»: «Un processo che richiede tempo, ma ci sono di anno in anno passi successivi che stiamo compiendo», dallo split payment alla fatturazione elettronica.

Il ministro ha cercato poi di rassicurare sul rischio di manovra correttiva che il nuovo governo potrebbe correre già in primavera. «La finanza pubblica va nella direzione giusta, cioè nella simultanea riduzione del deficit e sostegno alla crescita». Con la Commissione europea «vedremo, si tratterà come al solito di ragionare sui dati più solidi di previsione e sul riconoscimento che l’Italia continua a rispettare gli impegni», ha concluso.

E se Berlusconi è tornato a promettere la tassa unica – «La flat tax è il nostro primo obiettivo. Abbiamo pensato a una sola aliquota al 23% per poi cercare di abbassarla nel corso della legislatura, e sarà applicata a tutti i redditi al di sopra dei 12 mila euro» – il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia è tornato a chiedere che cali «l’imposizione sul lavoro».

Palla colta da Renzi che a Porta a Porta ha promesso «gli 80 euro anche alle partite Iva».

FONTE: Antonio Sciotto, IL MANIFESTO



Related Articles

Non siamo soli, con noi milioni di lavoratori

Loading

Oggi i cortei attraverseranno cento piazze nella giornata del grande sciopero generale della Cgil contro la manovra economica predisposta dal governo. Milioni di persone, anche iscritte ad altre organizzazioni, incroceranno le braccia e bloccheranno i luoghi di lavoro.

Il banchiere delle donne (povere) si arrende a una donna (potente)

Loading

 Il Nobel Yunus lascia la sua banca. Il governo: «Ora la guideremo noi». Celebrato, poi temuto, sempre più attaccato dai media e dal potere politico del suo Paese a partire dalla premier. E infine costretto ad arrendersi, almeno per ora. Muhammad Yunus, famoso nel mondo come il «banchiere dei poveri» ovvero il pioniere del microcredito, ammirato e sostenuto da politici come Bill Clinton e Nelson Mandela nonché da milioni di diseredati, Premio Nobel per la pace nel 2006 e il più celebre cittadino del misero Bangladesh, ha annunciato che lascerà  la guida della sua Grameen Bank.

Sanzioni dure per costringere l’azienda a fare investimenti

Loading

ROMA — «È la prima volta che in un provvedimento di legge viene menzionato l’articolo 43 della Costituzione». Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, non lo dice esplicitamente, ma la procedura che i Riva, titolari dell’Ilva, rischiano in base al nuovo decreto, è l’esproprio.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment