Acqua bene comune, l’Europa chiude il rubinetto

Acqua bene comune, l’Europa chiude il rubinetto

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Sono pas­sati quasi tre anni dalla vit­to­ria del refe­ren­dum per l’acqua pub­blica. Il voto di 27 milioni di ita­liani finora è stato igno­rato. Al di là della ceri­mo­nia per la gior­nata mon­diale cogliamo l’occasione per fare il punto della situa­zione con Cor­rado Oddi del Forum dei movi­menti per l’acqua.

Quali sono le ultime novità?

Que­sta set­ti­mana è stata ricca di eventi, posso dire che ci sono due buone noti­zie e una meno buona.

Comin­ciamo dalle buone notizie.

Prima di tutto la Regione Lazio ha appro­vato la legge di ini­zia­tiva popo­lare per l’acqua pub­blica (il mani­fe­sto ne ha dato noti­zia nei giorni scorsi). Poi il gruppo par­la­men­tare tra­sver­sale che si è impe­gnato a por­tare avanti le nostre bat­ta­glie ha pre­sen­tato in par­la­mento la pro­po­sta di legge, sem­pre di ini­zia­tiva popo­lare, che ripro­duce quello che ave­vano già chie­sto nel 2007. Di que­sto gruppo fa parte il Movi­mento 5 Stelle, Sel e una ven­tina di par­la­men­tari del Pd. A que­sto punto chie­diamo che ne venga calen­da­riz­zata la discussione.

E la noti­zia negativa?

Riguarda l’Europa. La Com­mis­sione Ue ha sostan­zial­mente respinto un’altra pro­po­sta di legge di ini­zia­tiva popo­lare ma que­sta volta con­ti­nen­tale. Si chiama Ici (Euro­pean citi­zens ini­tia­tive) e ha rac­colto quasi due milioni di firme. Anche noi in Ita­lia abbiamo con­tri­buito rac­co­glien­done 70 mila. In que­sta legge si chie­deva il rico­no­sci­mento del diritto all’acqua pota­bile e ai ser­vizi ige­nici, lo stop alle pri­va­tiz­za­zioni e si voleva otte­nere che l’acqua fosse tenuta fuori dai trat­tati inter­na­zio­nali. Sul primo punto l’esecutivo euro­peo ormai pros­simo alla sca­denza ha fatto pro­messe gene­ri­che. Gli altri due invece li ha respinti soste­nendo che la gestione dipende dai sin­goli stati e che quindi l’Europa non può opporsi al libero mer­cato e alla pro­prietà pri­vata nep­pure quando si sta par­lando di un bene evi­den­te­mente pub­blico come l’acqua. Insomma noi ci muo­viamo sia a livello locale che con­ti­nen­tale, ci sono state ben tre ini­zia­tive popo­lari, una regio­nale che è andata a buon fine, una nazio­nale che è all’esame del par­la­mento e una euro­pea che non è passata.

Sem­bra pro­prio che i popoli siano dispo­sti a impe­gnarsi per l’acqua pub­blica ma che i governi non li vogliano ascoltare.

Noi però non ci arren­diamo. Ieri ad esem­pio abbiamo pre­sen­tato alla Fon­da­zione Lelio Basso di Roma l’osservatorio popo­lare sull’acqua e sui beni comuni.


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