Jacques Attali: “Errore gigantesco coinvolgere l’Fmi ha interessi lontani da quelli europei”

Jacques Attali: “Errore gigantesco coinvolgere l’Fmi ha interessi lontani da quelli europei”

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PARIGI – . «Al di là dell’esito dei negoziati e del referendum, ci sono già alcune lezioni che dobbiamo imparare dalla crisi greca». Jacques Attali ha partecipato alla costruzione europea quando era consigliere di François Mitterrand ed è ovviamente un attento osservatore dello psicodramma in corso tra Atene e Bruxelles. «Nella vita pubblica come in quella privata, non bisogna mai ridursi all’ultimo momento per prendere una decisione – commenta l’intellettuale francese – ormai non c’è mai una buona soluzione: si tratta di scegliere il meno peggio». L’Europa è ormai su un cammino incerto, che rischia di provocare danni irreparabili, dice ancora Attali che si batte da tempo per un’unione più “federalista” e un’eurozona con una maggiore integrazione economica e finanziaria.
Cosa ha sbagliato l’Europa?
«Il primo errore è stato nel 2010 quando ha accettato di far entrare il Fondo monetario internazionale nel piano di salvataggio della Grecia. L’interesse di un’organizzazione che ha 180 paesi non coincide certo con quello delle nazioni europee. Aver accettato di sedersi al tavolo con l’Fmi, creando la troika, è stato un gigantesco sbaglio per l’Ue. Si potevano benissimo separare le esigenze dei vari creditori».
Il ruolo del Fmi è stato nefasto?
«E’ evidente. Perché paesi asiatici o sudamericani dovrebbero voler salvare un piccolo paese come la Grecia? Neppure gli Stati Uniti, che pesano sul Fmi, si sono più di tanto occupati di questa vicenda. E’ tra l’altro un errore perché il Grexit potrebbe avere effetti devastanti non solo per l’eurozona».
Ha letto l’articolo di Dominique Strauss-Kahn, ex direttore del Fmi, a proposito della Grecia?
«Sì, e penso che sia positivo a un certo punto riconoscere i propri errori. Strauss-Khan era alla guida del Fmi nel 2010. Adesso sembra aver capito che la troika non avrebbe mai dovuto esistere. La Grecia è una faccenda europea che deve essere lasciata all’Europa ».
I sacrifici imposti alla Grecia sono stati troppi?
«La presenza del Fmi ha completamento falsato la trattativa. In base ai modelli virutali, degli economisti non europei hanno imposto una cura d’austerità su una nazione che non ha uno Stato, non ha un economia sviluppata e ha un debito che non potrà mai rimborsare ».
Perché la ristrutturazione del debito è ancora tabù?
«Non capisco la posizione dei tedeschi. Dovrebbero ricordarsi quanto abbia pesato il loro debito nell’arrivo di Hitler al potere. E poi anche come la cancellazione del debito, nel 1954, abbia permesso alla Germania di ridiventare una grande potenza. E’ una procedura che è stata fatta altre volte nella Storia. Con la Grecia è indispensabile. Non stiamo parlando di paesi solidi come Portogallo o Spagna».
E’ stato un errore far entrare la Grecia nell’eurozona?
«Ormai è troppo tardi per dirlo. Sappiamo che i conti erano truccati: come minimo c’è stata una negligenza. Ma la cosa più preoccupante è vedere quanto l’Europa sia stata incapace di affrontare e risolvere un problema in fondo piccolo».
La crisi greca è un “piccolo problema”?
«Si tratta del 2 per cento del Pil europeo. La governance europea è stata inesistente. E’ mancata una leadership franco-tedesca, o meglio franco-italiana- tedesca. Ora siamo davanti a un muro ».
Perché è troppo tardi?
«L’immagine della governance europea si è guastata. Quale credibilità ha l’eurozona sui mercati dopo questo lungo ed estenuante balletto? La proposta franco-tedesca per una maggiore integrazione dell’eurozona mi sembra un passo doveroso, urgente, anche se non abbastanza audace. Temo che i danni della crisi greca saranno duraturi. Inoltre c’è un altro dettaglio».
Quale?
«Se ci sarà un accordo, bisognerà che venga ratificato dai vari parlamenti nazionali. Non sappiamo come voteranno i deputati tedeschi o finlandesi. L’incertezza potrebbe ancora continuare ».
C’è una responsabilità anche di Tsipras?
«E’ arrivato al potere impreparato. Ha cambiato idea più volte, contraddicendosi spesso. Forse ha un doppio dilemma, politico e privato: sua moglie (Betty Batziana, militante comunista,
ndr .) è contraria all’Europa. Capisco che non sia stato facile per Jean-Claude Juncker condurre una trattativa con un uomo così poco affidabile».
L’eurozona potrebbe sopravvivere al Grexit?
«Il rischio non è nell’immediato ma quando ci troveremo di fronte a un’altra crisi del debito, che potrebbe esserci in Italia come in Francia. A quel punto, i creditori si domanderanno come può un’Europa che non ha saputo gestire i problemi della Grecia, riuscire a proteggere paesi di dimensioni ben maggiori».


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