Caso Aldrovandi: indagati 4 agenti di polizia

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(da La Repubblica, GIOVEDÌ, 16 MARZO 2006, Pagina 29 – Cronaca)

Ferrara, l´ipotesi è omicidio preterintenzionale. La procura: atto tecnico. Ma riesplode la polemica

Morì dopo il fermo, indagati 4 agenti

Caso Aldrovandi, la famiglia: non lo uccise la droga ma le botte

Tre uomini e una donna, il 25 settembre scorso lo bloccarono dopo una colluttazione

DAL NOSTRO INVIATO
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JENNER MELETTI
FERRARA – Erano tre uomini e una donna gli agenti delle Volanti che, all´alba del 25 settembre scorso, bloccarono dopo una colluttazione un ragazzo di 18 anni, Federico Aldrovandi.
All´arrivo di un´ambulanza, il medico accertò che il ragazzo era morto. A quasi sei mesi di distanza i quattro poliziotti sono stati iscritti nel registro degli indagati, con l´accusa di omicidio preterintenzionale. Una decisione quasi ovvia, se fosse stata presa subito dopo il fatto. Una decisione che, presa ora, fa invece riesplodere la polemica sulla tragica fine di un ragazzo bloccato dalla polizia perché «dava in escandescenze e compiva atti di autolesionismo». L´annuncio è stato dato ieri dal procuratore capo di Ferrara, Severino Messina, che ha spiegato come questa decisione sia «frutto di una strategia processuale» non meglio precisata. Nell´inchiesta, aggiunge, «dal punto di vista probatorio non ci sono novità». «L´iscrizione al registro degli indagati è un atto tecnico deciso in questo momento, che non presuppone alcuna ipotesi di responsabilità».
Anche in questura si parla di «provvedimento tecnico». «In questo modo – dice il questore Elio Graziano – i poliziotti potranno nominare i loro consulenti, ed in questo modo difendersi meglio. No, gli agenti non saranno sospesi dal servizio. Non sono infatti emersi fatti nuovi che possano giustificare una decisione come questa». Ma non sarà facile arrivare ad una conclusione chiara dell´inchiesta. Lo stesso procuratore capo ha infatti deciso di chiedere «un supplemento di perizia» sulle due consulenze presentate dai tecnici della famiglia Aldrovandi e della procura stessa. Secondo i periti della famiglia Federico è morto per «asfissia posturale», perché gli agenti lo avrebbero ammanettato faccia a terra con le mani dietro la schiena. Anche secondo i periti di parte c´era qualche traccia di droga nel sangue del giovane, ma non in dosi tali da provocare la morte. Secondo i periti della procura invece il giovane è deceduto causa un´asfissia provocata da un collasso respiratorio dovuto a alcool e droghe.
«Senza pregiudizi – dice il procuratore Messina – valuteremo fino in fondo tutte le risultanze delle consulenze, anche e soprattutto quelle dei tecnici della famiglia». Il nuovo incarico è stato affidato a Francesco Maria Avato, direttore dell´istituto di medicina legale di Ferrara, e questa decisione non piace agli avvocati della famiglia. «L´istituto di Ferrara – spiegano con un comunicato – è stato recentemente criticato dalla stessa procura, che per un caso di doppio omicidio si è rivolto all´istituto di Modena». I legali contestano anche la decisione di un supplemento di perizia. «Se il contrasto fra la nostra e la perizia della procura fosse radicale – e noi non lo crediamo – sarebbe stato giusto chiedere un incidente probatorio, lasciando al giudice il compito di nominare un perito sopra le parti».
La madre di Federico, Patrizia, all´annuncio che i poliziotti sono indagati, dice: «Era proprio ora, speriamo che si faccia luce sull´intera vicenda». La donna dice che «c´è una testimonianza importante raccolta dalla procura che ancora non è stata consegnata ai difensori». «Sappiamo che si tratta del racconto di una donna che ha visto tutto e racconta cose terribili. Dice che Federico è stato preso a calci anche quando era a terra ammanettato e quando non reagiva più a nulla. Non capisco perché il procuratore parli solo di “atto tecnico“ e non di questa testimonianza che è agli atti del suo ufficio».

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