Berlino avverte sulla candidatura di Draghi “L’ultima parola per la Bce spetterà  a noi”

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ROMA – Mario Draghi e la corsa alla Bce. «Senza il supporto tedesco nessuno diventerà  presidente», dichiara Steffen Seibert, portavoce del governo di Berlino. Così, se mai ce ne fosse stato bisogno, il cancelliere Angela Merkel fa sapere che il suo parere è cruciale per la nomina del successore di Jean Claude Trichet. In assenza di un suo via libera, «non ci sarà  alcuna decisione». Seibert precisa anche che sulla questione sono in corso colloqui tra Berlino e Parigi («se ne è parlato diverse volte») ma sui contenuti tace: «Non posso e non voglio dire nulla». Non chiarisce neppure se la Germania sia stata o meno consultata dal presidente francese Nicolas Sarkozy prima che questi desse il suo appoggio pubblico alla nomina di Mario Draghi per il vertice dell’Eurotower. L’ultima parola, dunque, tocca alla Merkel che non si sta certo «disinteressando» delle sorti della Bce ma si pronuncerà  «in tempo sui possibili candidati», ovvero prima del consiglio europeo tra i capi di stato e di governo previsto per fine giugno. Fonti tedesche assicurano, tuttavia, che la signora concederà  a caro prezzo il suo eventuale appoggio alla scelta del governatore italiano. E, in particolare, vorrà  il massimo rigore e severe garanzie su come la Bce deve comportarsi verso i paesi periferici dell’euro, a rischio debito-sovrano. Uno di questi è la Grecia che, sebbene già  «salvata», si trova ancora in grande difficoltà : di nuovo i rendimenti dei suoi bond decennali hanno superato quota 15%, il massimo dall’introduzione dell’euro; si scommette su una possibile ristrutturazione del debito di Atene mentre il governo prepara nuove misure di austerità . Il settimanale Der Spiegel aggiunge che Berlino, a corto di candidati dopo la rinuncia di Axel Weber, chiederà  per l’attuale capo economista della Bce, Juergen Stark, «un ruolo di spicco nel direttorio». Si almanacca parecchio sull’assetto futuro del board della Bce – 6 membri in tutto – quando e se il banchiere italiano dovesse arrivare a Francoforte. Il Financial Times, per esempio, ipotizza che «Roma possa dover offrire a Lorenzo Bini Smaghi, attuale membro del comitato esecutivo, il posto di Draghi alla Banca d’Italia» cedendo la posizione ad un francese. L’ipotesi di una «staffetta» tra i due italiani poggia sulla circostanza che è accaduto così proprio tra lo stesso Trichet e Christian Noyer che si sono scambiati le poltrone, il primo alla Bce, l’altro alla Banque de France. Non circola ancora nessuna indiscrezione sul nome del francese che potrebbe prendere il posto di Bini Smaghi il cui mandato scadrà  nel 2013, dopo il cambio al vertice atteso per novembre. Ieri, anche Belgio e Portogallo hanno detto sì a Draghi.


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BERLINO. «Dove c’è dio, là  c’è futuro». È questo il motto della visita papale in Germania. Ma a Berlino molti la pensano diversamente. Già  alle 10.30, quando il papa è atterrato a Tegel, una quarantina di manifestanti convocati dal comitato «Il papa a Berlino? What the fuck!» si sono riuniti all’ingresso dell’aeroporto, circondato da forze di polizia, per «dargli il benvenuto» con musica e striscioni contro «antisemitismo, sessismo e omofobia».

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