CGIL: “Distratti” dal processo breve quando l’emergenza è il lavoro

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Si sono visti cartelli funebri, annunci di attività  che cessano di esistere o di reparti ospedalieri che chiudono lasciando a spasso i lavoratori e senza servizi i cittadini. Si sono sentiti slogan per il lavoro e contro la guerra in Libia:15 mila, secondo la Cgil, i partecipanti al corteo che ha sfilato in città . La leader sindacale ha sottolineato come sia necessario «cambiare in fretta la politica» perché così il Paese «è messo male». «Perché il governo ha bisogno di distrarci e di dividere il Paese?» ha detto ribadendo che i «non si fa nulla per il lavoro. Non vogliamo – ha aggiunto – un Paese fermo nel quale cresce la sfiducia». La sfiducia e l’assenza di unfuturo porterà  in piazza i giovani precari, il 9 aprile: la Cgil ha annunciato il suo sostegno, «perché questo è il tempo delle responsabilità . Perché se i giovani hanno bisogno di dire nello slogan il nostro tempo è adesso vuol dire che glielo abbiamo negato», spiega Camusso. La manifestazione romana è una delle tante che il maggiore sindacato ha messo in cantiere fino al 6 maggio, data dello sciopero generale. Ieri hanno manifestato anche a Enna, provincia sempre in coda alle statistiche (è terzultima per reddito pro-capite), città  simbolo dei problemi che si vivono sull’isola. Basti pensare che il tasso di disoccupazione giovanile nella regione è al 38,5%, il 44, 2% quello delle giovani. In migliaia hanno chiesto lavoro, sviluppo, legalità , pace. Roma chiama Enna, dunque, per quella «rinascita del lavoro» che non si vede. Eppure, ha scandito Camusso, «se non si mette il lavoro al centro della politica questo Paese affonda e noi non lo vogliamo».


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