Grandeur e miseria di un presidente

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CANNES – L’atteso film su Nicolas Sarkozy, La conquàªte (fuori concorso) è diventato un «non-evento», secondo Libération, dopo il kolossal intitolato a Dominique Strauss-Khan ammanettato a New York per tentativo di violenza sessuale su una «femme de chambre». Non si parla d’altro nei corridoi del Palais, dice il quotidiano francese. La spettacolare cattura del numero uno del Fmi, bloccato come nei film di James Bond mentre l’aereo rollava già  sulla pista, ha oscurato il presidente in carica e attenuato l’effetto del modesto biopic diretto da Xavier Durringer, piatto format televisivo davanti e soprattutto dietro l’ascesa del parvenu dell’Eliseo, che si sgancia da Jacques Chirac, sbaraglia l’avversaria socialista Ségolène Royal e il 6 maggio 2007 diventa il 23mo presidente della Francia.
«La storia di un uomo che ottiene il potere e perde la moglie», slogan di lancio del film che corre parallelo tra estenuanti cene, conferenze, tàªte à  tàªte del Palazzo e il back-stage fatto di intrighi, colpi bassi, e debolezze umane, prima fra tutte la sofferenza sentimentale di Nicolas dovuta alla crisi con Cécilia (Florence Pernel), fine di un sodalizio politico-amoroso. 
Incredibile per gli italiani assistere a un film della selezione ufficiale di Cannes che mette in scena e alla berlina attori-sosia dei politici, da Jacques Chirac (Bernard Le Coq) a Dominique de Villepin (Samuel Labarthe) fino a Sarkozy (Denis Podalydes). I tic e le manie di grandezza, la pomposità  e il calcolo cinico, lo squallore e le menzogne tratteggiano i «grandi» che il regista riduce spesso a macchiette, a cominciare dal presidente in carica, caracollante con le spalle curve, una smorfia perenne a serrargli le labbra. Impensabile un film analogo su Berlusconi & Co alla Mostra di Venezia, o anche in normale distribuzione. 
Sarkozy non ne esce bene, neppure con Cécilia, insofferente al circo dei collaboratori del marito, succubi delle sue bizze, ghost-writer mercenari. Populista, rabbioso contro le banlieues solo perché lo vogliono i sondaggi, arrogante, ciclista atletico a beneficio delle telecamere, il primo cittadino di Francia viene fuori dallo schermo nella sua piccolezza non solo metaforica. La conquista non ne favorisce la ricandidatura. Ma di fronte all’altro «film» in diretta sui tg, ecco che l’immagine di Sarkozy torna a luccicare. Giù nell’indice di gradimento dei francesi, il presidente può trasformare in forza la debolezza emotiva, l’amore non corrisposto per una donna, la depressione e la solitudine, mentre il suo avversario socialista cade nella polvere per abuso sessuale e di potere. L’uno diventerà  padre (la notizia che Carlà  è incinta fa faville), l’altro è chiuso in cella perché si è mangiato la cameriera invece del petit déjeuner.


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