L’aereo superleggero per l’ambiente

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MILANO — Oggi sui piazzali della Boeing di Everett, vicino a Seattle, nel nord-ovest degli Stati Uniti, si celebra un avvenimento atteso da tempo. Finalmente viene consegnato alla compagnia giapponese Ana il primo esemplare del jet B-787 Dreamliner, l’aereo nato per aprire una nuova era dell’aviazione commerciale, che volerà  verso Tokyo.

Per questo è già  stato battezzato «l’iPhone dell’aeronautica» e non era ancora stata avviata la sua costruzione che diventava il jet dei record per ordini ricevuti. Finora 56 compagnie ne hanno comprati 821 esemplari. La crisi economica ha cancellato qualche richiesta ma il numero è cambiato di poco. Un entusiasmo giustificato da diverse ragioni che rispondono a necessità  non più rinviabili.

Rispetto a un aeroplano della stessa classe il Dreamliner ha tagliato del 10 per cento i costi di esercizio, del 20 per cento il consumo di cherosene, del 20 per cento le emissioni dei gas serra, del 30 per cento i costi di manutenzione della fusoliera e, inoltre, ha ridotto del 60 per cento il livello di inquinamento acustico. Insomma, un aeroplano meno costoso, più ecologico e, in aggiunta, consente di aumentare del 40 per cento il raggio d’azione. Le compagnie, sempre più in guerra con l’aumento dei costi di carburante e con la sostenibilità  ambientale, hanno quindi trovato in questo velivolo una risposta adeguata.

Ma il Dreamliner intende pure cambiare la logica del trasporto commerciale e inaugura il collegamento punto-a-punto, come viene chiamato, consentendo voli diretti tra città , a esempio Venezia-Filadelfia senza fare scalo in un grande aeroporto tipo New York. Questo taglia i tempi, aumenta il comfort e elimina il fastidio dei sempre più affollati Hub.

Conquistare l’ambita meta non è stato però facile perché bisognava compiere un significativo balzo tecnologico. Si è così iniziato dalla fusoliera per la prima volta interamente in fibra di carbonio mentre complessivamente il 50 per cento dell’intero velivolo è realizzato in materiali compositi leggeri. A ciò si è aggiunto un nuovo disegno aerodinamico che oppone una resistenza inferiore richiedendo motori meno potenti. Infine, si è adottato un nuovo modo di organizzare la produzione.

La Boeing associa al programma tredici nazioni che investono anche nel progetto. Tra le più impegnate il Giappone e l’Italia dove AleniaAeronautica-Finmeccanica partecipa per il 14 per cento.

Il piano avviato nel 2003, facile sulla carta, si è poi rivelato arduo da realizzare. Il nuovo bireattore ha compiuto il primo volo nel 2009, due anni dopo il previsto. La prima consegna, prevista per oggi, giunge con tre anni di ritardo. I costi per realizzare questo aereo e superare i problemi tecnologici e produttivi, risultati più complicati di quanto immaginato, sono saliti da 9 a 15 miliardi di dollari.

Il Dreamliner trasporta da 250 a 290 passeggeri e il costo per esemplare varia da 185 a 218 milioni di dollari.

Per i passeggeri in classe turistica ci sono apprezzabili vantaggi, sempre rispetto a un aereo della stessa classe. Il corridoio è più largo di sei centimetri e anche lo spazio tra i sedili. L’aria è più umidificata per ridurre la secchezza della bocca e pur volando a 13 mila metri la pressione interna equivale a quella che si trova a 1.800 metri d’altezza, mentre oggi la quota corrisponde a 2.400 metri.

I finestrini saranno oscurati elettronicamente e sono previste nuove tecnologie in cabina (a esempio il visore a testa alta) che ridurranno la fatica dei piloti.

Il piano di Boeing (e i risultati commerciali ottenuti) costringe il concorrente costruttore europeo Airbus a varare il progetto di un aeroplano della stessa categoria, l’Airbus A-350-XWB, con caratteristiche analoghe la cui entrata in servizio è prevista non prima del 2013.


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