San Raffaele, offerta da Ior-Malacalza 250 milioni per cliniche e Blu Energy

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MILANO – Tra passività  e contanti, costerà  circa un miliardo di euro riavviare il San Raffaele. Lo Ior, la banca del Vaticano, e l’imprenditore genovese, Vittorio Malacalza, hanno presentato al consiglio di amministrazione della Fondazione San Raffaele la loro offerta vincolante, con la quale entreranno in possesso dell’ospedale fondato da Don Luigi Verzè. Metteranno sul piatto 250 milioni e si accolleranno attraverso una nuova società  (Newco) 750 milioni di passivo.
In cambio si porteranno via le attività  ospedaliere e sanitarie, compreso il Laboraf, il laboratorio di analisi e diagnostica, i poliambulatori Resnati e Science Park, la controllata specializzata nel biomedicale. Non hanno voluto tutto quanto Don Verzè ha creato in Brasile, dalle attività  ospedaliere alle piantagioni di mango, e nemmeno l’altro 50% di Blu Energy che figura nelle mani di Giuseppe Grossi, il re delle bonifiche lombarde, vicino a Comunione e Liberazione e indagato da varie procure. Per l’ospedale di Olbia, invece, si vedrà  più avanti che fare.
A guidare la nuova creatura rimarrà  Giuseppe Profiti, l’ex ufficiale della Guardia di Finanza, già  alto dirigente della Regione Liguria e dell’ospedale Galliera, oggi al vertice dell’ospedale Bambin Gesù di Roma, con alle spalle una condanna in primo e secondo grado per turbativa d’asta ricevuta proprio nel capoluogo ligure. La presidenza, senza deleghe per via della sua rinomata irruenza nel gestirle, ci sarà  Don Luigi Verzè, che continuerà  a occuparsi dell’Università  del San Raffaele di cui sarà  rettore. Qui confluiranno i soldi del fantomatico fondo internazionale, una associazione caritatevole statunitense (ieri circolava il nome dei Cavalieri di Colombo), che, attraverso la mediazione di uno degli attuali consiglieri del San Raffaele, Maurizio Pini, dovrebbe investire un miliardo di euro (o dollari).
Proprio Pini ha confermato ieri che il fondo entrerà  nel progetto rilevando anche il 20% della Newco, alleviando così l’impegno dei due soci principali, lo Ior e i Malacalza. Come lui, anche altri soci potranno confluire nella nuova società , ma solo in un secondo momento. La Newco creerà  una nuova Fondazione, mentre la vecchia si avvierà  al concordato preventivo e dovrà  provvedere a risarcire i fornitori. Per fare questo le rimarranno in pancia i 250 milioni di euro apportati dagli acquirenti, le attività  immobiliari e i crediti verso le Aziende sanitarie locali (Asl). Il piano di salvataggio verrà  presentato domattina in procura da un lungo stuolo di consulenti (gli avvocati Alberto Alessandri, Franco Gianni e la Vitale&Associati). Non ci sarà  il superconsulente, Enrico Bondi, che avrebbe finito il suo mandato. I pm Laura Pedio e Luigi Orsi sono pronti a chiedere il fallimento dell’ospedale e hanno già  nominato i loro consulenti. A decidere sarà  il Tribunale fallimentare, presieduto da Filippo Lamanna.


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