Nucleare, venti di guerra sull’Iran Israele prepara i piani per un attacco

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GERUSALEMME – I piani d’attacco sono pronti da anni ma adesso vengono aggiornati ogni 36 ore. Comandanti e piloti sanno qual è la loro missione, per la quale verrà  schierata tutta la forza aerea disponibile, per un unico “big-strike”: quello sugli impianti nucleari iraniani impegnati nella costruzione della prima bomba atomica degli ayatollah. Manca solo l’ordine del comandante in capo, e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è a un passo dal dare quell’ordine, scatenando un attacco destinato a sconvolgere l’intera regione mediorientale. Mentre, rivela il Guardian, anche le forze armate britanniche starebbero preparando piani militari per appoggiare raid Usa contro l’Iran.
La questione dell’attacco “preventivo” è un argomento da giorni in prima pagina in Israele. Il governo si è riunito anche ieri nel tentativo di trovare attorno alla soluzione militare i sette voti necessari, la maggioranza dei ministri, per una decisione così difficile. Le indiscrezioni dicono che il premier Netanyahu, il ministro della Difesa Ehud Barak e quello degli Esteri Lieberman premono per l’attacco «prima che sia troppo tardi», l’intelligence stima che entro due anni Teheran avrà  la sua Bomba. Valutazioni che, sempre secondo indiscrezioni, sarebbero contenute anche nel rapporto annuale che l’Aiea, l’agenzia Onu contro la proliferazione nucleare, renderà  pubblico la prossima settimana. Segno che gli ispettori Onu in Iran hanno trovato elementi che indicano come «militare» il tipo di arricchimento dell’uranio che verrà  presto messo nei reattori. Ecco, a quel punto secondo gli esperti militari israeliani, sarebbe troppo tardi per un bombardamento: l’esplosione dei reattori provocherebbe una ricaduta radioattiva sulle aree circostanti con gravi conseguenze anche per la popolazione civile.
I piani d’attacco di Netanyahu sono frenati dai suoi ministri. Fra quelli che si oppongono ci sarebbero il ministro degli Interni Eli Yishai, dell’Intelligence Dan Meridor, per gli Affari strategici Moshe Yaalon e delle Finanze Yuval Steinitz. Perplessità  sulla riuscita di un’azione militare sono state avanzate anche da diversi settori dell’intelligence: troppi siti da colpire.
Quanto gli Stati Uniti siano sulla stessa lunghezza d’onda di Israele è difficile quantificarlo, ma l’inefficacia delle sanzioni contro l’Iran è palese. Il presidente Barack Obama non esclude alcuna opzione per fermare il programma atomico di Teheran e il segretario alla Difesa Leon Panetta è favorevole ad un’azione di forza. Washington però non vuole attacchi a sorpresa contro l’Iran e Panetta, durante il suo recente viaggio in Medio Oriente, ha ottenuto dal governo Netanyahu assicurazioni in questo senso. Ma le rivelazioni di ieri sera in Gran Bretagna su una disponibilità  di Londra a partecipare a un’azione di forza contro l’Iran indicano che anche sul lato americano i piani d’attacco vanno avanti. Il ruolo della Gran Bretagna sarebbe in appoggio a un attacco missilistico Usa contro installazioni chiave del programma atomico iraniano. Così le sfere militari di Sua Maestà , rivela il Guardian, hanno cominciato a preparare i piani per un dispiegamento di navi e sottomarini caricati con missili Tomahawk, che dovranno far la loro parte in un attacco per la maggior parte sarà  condotto dal cielo.


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